L’OCCHIO NON VEDE, MA IL CUORE DUOLE

Un nostro lettore ci segnala l’ennesimo caso di sanità deviata a Torino,
Recatosi al pronto soccorso dell’ospedale Oftalmico per via di una fastidiosa congiuntivite con accentuata fotosensibilità, si è ritrovato imprigionato nelle profonde spirali della burocrazia ospedaliera.
Malgrado a causa di patologie preesistenti avesse diritto alla esenzione totale, gli viene richiesto il pagamento del ticket, la motivazione è quella classica, al sistema non risulta.
Torino non era forse una Smart City? dove l’informatizzazione era integrata e funzionale agli interessi del cittadino?
Unica strada per richiedere il rimborso è stato un convenzionale quanto retrogrado fax.
Essendosi, il nostro lettore, recato per ben tre volte presso l’oftalmico, a causa della stessa problematica e non avendo ricevuto alcuna cura adeguata il medico generico gli suggerisce di richiedere una visita specialistica.
Ma non è forse scontato che un paziente che si rechi con determinati disturbi presso un ospedale debba essere visitato?
Distribuiscono forse le prognosi solo a chi paga?
Forse il medico specialista che lo visiterà non esercita all’oftalmico?
Forse non è luogo in cui meriti fare prognosi per il popolo?
Tutte domande lecite, ma ad oggi senza risposta alcuna.
Sicuro è che oggi un cittadino per avere una prognosi ed una cura adeguata debba sborsare danari di cui spesso non ha disponibilità.
Questa è la globalizzazione, questo è il flusso cognitivo che trasforma il dovuto in lusso, questo è l’inizio della fine.
Un tempo in cui le lotte sociali dimenticate dai più vengono sistematicamente cancellate in nome del pareggio di bilancio.
Pareggiare un popolo vessato con una minoranza opprimente è tuttavia impossibile, la storia ci insegna che è solo questione di tempo prima che gli oppressi eliminino gli oppressori.

Christian Longatti
Andrea Gunetti
Stefano Omegna

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