CARA POVERA ITALIA

Mentre i conti delle casse dello Stato continuano a piangere, la magistratura e le ong si divertono a spendere i nostri soldi.
L’articolo 1 della nostra carta costituzionale recita che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.

Per come stanno le cose, direi che la forma di governo presente in questo paese sia fondata sui processi inutili, sulla delinquenza, sull’invasione barbaramente gestita dalle Ong e sullo sperpero di denaro pubblico. Quello che si sta verificando sotto i nostri occhi, è qualcosa di assolutamente inaccettabile.

Chi difende legittimamente l’incolumità propria e altrui all’interno dei suoi spazi privati, si trova a dover subire le peggiori angherie processuali mentre chi delinque, è libero di andarsene in giro a fare ciò che gli aggrada di più.
Questa premessa iniziale è per arrivare al punto più triste della situazione italiana. La gogna mediatica e istituzionale è nuovamente pronta a portare sul patibolo il Cav. Berlusconi.

In un paese in piena crisi economica – che ne dicano il ministro Padoan o i media nazionali, non siamo mai usciti dal baratro – con un alto indice di disoccupazione, con masse di clandestini che sbarcano quotidianamente sulle nostre coste (indipendentemente dal fatto che andiamo a prenderli noi o che ci arrivino con i propri fatiscenti mezzi) e con la delinquenza all’ordine del giorno, la cosa più importante per il governo, per la sinistra e per gli eurocrati, è portare un ottantenne alla sbarra piuttosto che rimediare agli sbagli commessi e non concentrarsi su qualcosa di ben più importante.
Viene dunque da pensare che nel nostro “bel” paese, non ci sia fine al peggio. Una persona che ha fatto quel che ha fatto per il proprio paese – nel bene e nel male – è destinata a soccombere, finché campa, ai capricci di qualche toga rossa e di qualcuno che non ha di meglio da fare se non voler vedere l’epilogo dell’ex premier. È mai possibile che personaggi come il cavaliere e Fabrizio Corona – lungi da me voler prendere le difese dell’ex fotografo – debbano subire continuamente processi inutili o rimanere in carcere mentre chi stupra, chi ammazza e chi entra in casa della gente per bene rimanga impunito?
La cosa che fa ancora più schifo e per la quale ci dovremmo incazzare è che i soldi utilizzati per questi processi, sono quelli che sborsiamo con le tasse. Quei soldi di cui tanto si è parlato nelle scorse settimane e che si cerca di recuperare propinando, ai contribuenti, continui aumenti su qualunque bene. Quei soldi con cui sono pagati i signorotti col pallottoliere in mano che dovrebbero far quadrare i conti.

Poi vengono a dirci che nelle casse dello Stato mancano 351 miliardi di euro. Forse, quello di cui necessiterebbero i nostri politici e i loro contabili, è proprio un pallottoliere o qualche ripetizione di matematica più che di economia. Qualche ora gliela pagheremmo, tutti quanti, più che volentieri. Credo.
Ho detto forse e lo ripeto perché, forse, è solo un sogno che non si esaudirà mai ma, intanto, se qualcuno iniziasse a sputtanare i soldi per i processi giusti e lasciasse da parte l’ego personale e l’astio nei confronti del proprio vecchio nemico, forse s’inizierebbe a mettere qualche monetina nel salvadanaio anziché inventarsi delle multe ridicole (si veda il caso della parrucchiera multata per essersi fatta la piega nel proprio salone e le mamme che hanno “somministrato” la merenda ai propri figli) a carico dei soliti cittadini già vessati dalla – sempre più pesante – pressione fiscale.
A questo dobbiamo aggiungere i quattrini che si risparmierebbero con la fine del flusso migratorio, provocato da quelle Ong che ne hanno ormai creato un business e che per questo si macchiano di maafa – termine in lingua swahili che significa “disastro”, “avvenimento terribile/grande tragedia”, collegato al Black Holocaust ed usato per descrivere le atrocità inflitte al popolo africano dal XVI secolo a oggi – riportando così la civiltà mondiale indietro di qualche secolo e per cui nessuno s’indigna.
Siamo quindi alle solite. Abbiamo i mezzi per correre ai ripari per cercare di risollevare le sorti dell’economia nostrana ma non possiamo perché dobbiamo continuare a far ingrassare le vacche. Andando avanti di questo passo, le vacche che rimarranno, saranno soggette solo alla macellazione halal.

William Viale

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