LA DEMOCRAZIA DEI TROMBATI

Le testate giornalistiche si stupiscono nel vedere come Barack Obama, in visita a Milano il 9 maggio, sia stato accolto dalla città come un divo del cinema, dimenticandosi però che è proprio la stampa nostrana che ha creato questa immagine, che ha inventato il culto per il presidente degli Stati Uniti più discutibile degli ultimi 30 anni.

La carta stampata lo candida a sua insaputa a presidente del mondo indicandolo, in piena sintonia con Matteo Renzi, come il “punto di riferimento per i democratici del pianeta”.

Tralasciando il fatto che il democratico fiorentino ha fatto il premier senza passare dalle elezioni e il democratico Obama nulla ha fatto per impedire il golpe istituzionalizzato ai danni di Silvio Berlusconi, ultimo presidente del Consiglio legittimato dalla volontà popolare, storia ormai di nove anni fa.

Inoltre sono entrambi dei campioni della faccia di bronzo, Obama sarà ricordato come il presidente USA che rinforzava i contingenti militari all’estero mentre ritirava il nobel per la pace, Renzi come quello italiano con la memoria corta, dimentico della sua promessa di abbandono della politica in caso di sconfitta al referendum.
Senza contare che oggi raccomanda a Gentiloni e a Macron di essere europeisti dello sviluppo e non dell’austerità mentre ieri aumentava il prelievo fiscale su famiglie e imprese ad ogni alzata di mano degli euro-dittatori.
Non stupisce il fatto che Renzi si sia definito scherzosamente “l’assistente personale del presidente Obama” perchè per anni ne è stato il servo sciocco, come è stato il servo sciocco delle Merkel e degli Hollande di turno, ideatori dell’Europa a trazione franco-tedesca, amici delle banche e dei poteri forti, la prima è in difficoltà elettorale in Germania, il secondo in Francia neanche se lo ricordano più, se ne parla ogni tanto nei bar di Parigi come un brutto incubo.
Sono simili in tante cose Obama e Renzi: entrambi sono stati suonati per bene dai rispettivi elettori appena ne hanno avuto l’occasione, tutti e due adesso cercano un posto per non rimanere disoccupati, uno mira a fare il presidente del mondo, l’altro il suo servetto.
Peccato che dal momento che nessuno dei due incarichi sia ad oggi esistente, non ci sia nessuno da detronizzare con qualche sotterfugio pseudo-democratico.
Carlo Emanuele Morando

Un pensiero riguardo “LA DEMOCRAZIA DEI TROMBATI

  • 14 Febbraio 2018 in 10:13 pm
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    Chi? Barak Obama, quello che ho soprannominato il “capotribù negro”? Il più pluriassassino, guerrafondaio, terrorista doc dei presidenti americani, perfino superiore (in negativo) al suo predecessore, ovvero “il demente” G.W.Bush? Quello che dietro le quinte continua a imperversare e dare ordini, e Trump, che come da abitudine ho soprannominato “ò pazzariello” esegue invece di mndarlo a… (invito caro ai grillini)?
    In quanto al “guitto”, ossia il sig. Renzi, non merita nemmeno che si parli di lui.
    Morale, forse in tutto il pianeta, belle persone che abbiamo ai posti di comando! Persone di nessun valore che, come diceva il grande Terzani, al mattino si alzano per andare in bagno e poi iniziare una banale giornata.

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