LA FIERA DELLE COMPETENZE

In questo periodo elettorale si sta affermando un mantra, la competenza dei candidati alle elezioni politiche diviene e meno male, dico io, un fattore discriminante di qualità.

Per decenni non ci si badava più di tanto, non ci badavano i partiti più tradizionali che proponevano quasi esclusivamente le persone provenienti da scuole di partito o da istituti collegati e radicati sul territorio con legami più’ o meno limpidi col tessuto sociale ma in grado di farsi conferire consenso.
Non ci badavano i partiti più avanguardisti, di rottura col sistema, che invece privilegiavano persone ritenute coerenti con i loro più spiccati ideali.

In mezzo a tutto ciò la competenza, magari in forma ridotta, si palesava pure ma era ad appannaggio di eventuali doti intrinseche del tutto individuali; diciamo che era casuale che fosse anch’essa presente fra gli esponenti eletti e rappresentava persino un problema sia per chi l’aveva e sia per chi, in maggioranza, non l’aveva!.
Si, perché un “competente di minoranza” fa una fatica enorme a confrontarsi e a convivere con una maggioranza di incompetenti e a volte o getta la spugna o si adegua.
E’ un po’ questa una situazione che viene descritta in quel famoso detto: “mai litigare con un idiota, ti trascina al suo stesso livello e ti batte con l’esperienza”.

A questo giro elettorale iniziamo ad assistere ad un cambiamento di tendenza, forse perché la politica si rende finalmente conto che i legislatori devono essere preparati a risolvere problemi, problemi che proprio non mancano e non ci facciamo mancare o, forse, anche perché’ i media hanno portato alla luce tante, troppe, situazioni imbarazzanti, da portare l’opinione pubblica a denigrare la classe politica anche su questo fronte.
O ancora, perché un movimento che ha spopolato proponendo in primis l’onestà si è screditato cadendo malamente sul tema delle competenze.

E’ curioso col senno del poi dover riconsiderare alcuni aspetti in chiave positiva riferiti alle classi dirigenti che i partiti dissolti nel 92 formavano e presentavano all’elettorato, non dimenticherei però che le loro formazioni erano di natura prettamente politica ed ai giorni nostri, con tutta l’evoluzione che il sistema ha avuto in tanti ambiti, magari da sole non sarebbero più sufficienti.

Competenza alla ribalta quindi e ben venga!
Però a me non sembra tutto chiaro.
Qual’ è il parametro con cui si definisce e circoscrive questa agognata competenza? la si può comprare o più semplicemente attingere sul mercato e adeguarla ad un programma o a degli ideali?

Non so cosa ne pensiate voi ma io penso che se intraprende la professione del “politico, quantomeno delle doti “politiche” bisogna averle, (Visione programmatica, diplomazia, capacità di mediazione, capacità di dialogo, di sintesi e di ascolto, per citarne alcune) fondamentale è la competenza tecnica in differenti ambiti, che può essere frutto dell’ esperienza maturata nel settore privato, dove molti hanno operato con onestà, fornendo alla società ed all’impresa risultati di alto livello’.

Ecco, secondo me il candidato ideale dovrebbe avere tutte queste caratteristiche.

Posso infine dar corso ad una considerazione riguardante Forza Italia in Piemonte, in linea con queste aspettative si è candidata una squadra dove emergono molti requisiti di qualità e di contenuti bivalenti, (capacità politiche e competenze) una squadra che nasce dal territorio quindi attenta alle necessità dei cittadini che lo vivono e lo amano.

Votatela,Votiamola!

Sandro Geromin

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