IL PM CHIEDE DUE ANNI E QUATTRO MESI PER IL “DELFINO” DI SALVINI

Le vecchie abitudini non muoiono mai: nell’ittica palude leghista sguazzano creature di varia natura come trote, delfini, squaletti e girini tutti accomunati dall’abitudine di inimicarsi la magistratura, rea secondo questi mostri acquatici di non uniformarsi alla loro visione di “libertà”.

Una libertà che, a quanto pare, concepiscono nell’accezione più totale e selvatica. Comportamenti, quelli che i magistrati gli imputano, ormai classici nel panorama del malaffare italiano e tuttavia terribilmente gravi.

Si parla di centinaia di migliaia di euro sottratti al popolo in nome del bieco tornaconto personale e non solo.  Nello specifico stiamo parlando di Paolo Tiramani e Riccardo Molinari (in arte il “delfino” di salvini n.d.d.) per i quali sono stati chiesti due anni e quattro mesi.

Stessa richiesta per l’ex presidente della Regione Piemonte Roberto Cota. Il pm Giancarlo Avenati Bassi ha avuto parole molto dure nei confronti  degli imputati durante la sua requisitoria, nella quale si è fatto più volte riferimento ad un sistema che prevedeva il recupero di scontrini per incassare cifre decisamente gonfiate finalizzate al finanziamento di partiti politici.

E se la sentenza di primo grado aveva assolto i consiglieri per una grande parte delle spese, ciò non è bastato per dissipare i dubbi su una situazione che meritava di essere approfondita con dovizia di particolari.  Le pagine delle testate politiche più accreditate rivelano dettagli alquanto inquietanti: si parla di borse firmate, regalie, cene in costosi ristoranti alla moda, gioielli e conti chilometrici per imponenti colazioni fatte al bar.

Una “piccola” bottega degli orrori, dove al posto di lame e coltelli si era avvezzi nella sempiterna tecnica della strisciata del bancomat. Il pudore di certo non era ammesso, cercando di giustificare spese pazze e completamente futili con scuse che fanno davvero fatica a trovare adeguato riscontro con la realtà.

Tali scandali, purtroppo, non sanno più attecchire nello sdegno comune ormai ben avvezzo ai devastanti effetti della cancrena politica. Il torpore in cui è piombata la società moderna distrae dal sacrosanto sentimento di ribellione per una tale situazione di menefreghismo degli interessi dei cittadini e che noi Ingrati non smetteremo mai di denunciare.

E’ costante nei nostri articoli l’attacco a questo movimento politico, un movimento creato da una base molle, flaccida e lasciva, individui scelti (badate bene) da Matteo Salvini in persona.

In quest’epoca malata ci chiediamo se la democrazia, riecheggiante sogno di epoche ormai lontane, non sia oggi talmente svilita da rappresentare non più la soluzione alla malvagità dei regnanti ma l’ennesimo metodo dei potenti per soggiogare una sempre più inerme e culturalmente inadeguata massa di popoli.

Proviamo inoltre un enorme rammarico  nel constatare che la pena richiesta dal pm è inferiore ai tre anni, cosa che sfruttando la legge permetterà a costoro di evitare la carcerazione. Possa il fato concederci quantomeno di vederli esclusi da qualsiasi attività politica.

Hank Cignatta

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