EMINEM IL TRASFORMISTA: DA SLIM SHADY A RAP GOD. LE MILLE ANIME DI UN TALENTO FENOMENALE

Entro nella mia sala autoptica. Mi metto dei guanti di lattice nero e, in religioso silenzio, mi metto a sfogliare la mia massiccia collezione di CD. In una società così pretenziosamente tecnologica come la nostra, in cui tutto sta diventando così effimero da essere magicamente comodo ma dannatamente effimero come la digitalizzazione di ogni qualsivoglia testimonianza del passaggio e dell’ingegno dell’Uomo, un vasto catalogo musicale su supporti ottici fisici come i CD è un chiaro segno del mio avanzamento anagrafico.

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I TITANI DEL ROCK SONO I VERI SALVATORI DEL GENERE? ANALISI DI UNA CRISI GENERAZIONALE A COLPI DI ASSOLO

E’ ancora necessario farsi delle domande in un mondo in cui i gusti musicali sono dettati dai talent show? Molto probabilmente no. Ma credo che sia lecito nella mente di chi ancora conserva un debole desiderio di costruirsi una cultura musicale, senza ingoiare anonimamente tutto quello che viene proposto dai mass media e da chi decide che questo o quell’altro artista deve necessariamente avere successo. La questione diventa ancora più imbarazzante in un panorama un po’ in crisi come quello della musica rock, dove i grandi dinosauri inossidabili del genere continuano a saltellare sui palchi di mezzo mondo nonostante la loro veneranda età e i segni di una vita di eccessi che, inevitabilmente, iniziano a presentare il conto.

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GEORGE MICHAEL, MORTE DI UN’ICONA INCOMPRESA

Continua la macabra conta di morti illustri che questo funesto 2016 pare incessantemente collezionare. George Michael, al secolo Georgios Kyriacos Panayiotou, è mancato, stroncato da un infarto, la notte di natale di un anno insolitamente inconsistente e crudele. Il destino beffardo ha voluto che la sua vita terrena avesse fine proprio durante il periodo in cui una delle hit natalizie di maggior successo composte con il gruppo pop da lui fondato, gli Wham!, risuonasse come un mantra come da tradizione nei supermercati addobbati a festa tra gruppi di persone impegnate a spendere i soldi ricevuti in regalo dai parenti.

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COME I SOPRANO HANNO CAMBIATO IL CONCETTO DI SERIE TV: DA TONY SOPRANO ALLA SUA FAMIGLIA, VIAGGIO ALL’INTERNO DI UNO DEI TELEFILM PIU’ INNOVATIVI ED INFLUENTI DI SEMPRE

Nel 1999 il panorama telefilmico presentava prodotti di indubbio successo. Uno su tutti Friends, il cui indice di gradimento sfociò nella produzione di ben dieci stagioni. Ma mancava ancora qualcosa in quella tv che rispettava ancora rigidamente i canoni imposti dalla morale comune. Si sentiva la necessità di una bomba in grado di esplodere con un fragore talmente potente da poterne sentire gli effetti anche a parecchi anni di distanza dalla deflagrazione. E tutto questo avvenne proprio nel 1999. Il nome impresso su questa bomba al plastico recava sopra il nome I Soprano e il canale statunitense HBO aveva in mano il detonatore in grado di farla brillare.

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SONS OF ANARCHY E L’ANATOMIA DEI MOTOCICLISTI CONSIDERATI FUORILEGGE

Sons of Anarchy è indubbiamente uno dei tanti serial tv della nuova generazione di show televisivi che in breve tempo ha fatto breccia nel cuore dei telespettatori. Ideato dallo sceneggiatore statunitense Kurt Sutter, già apprezzato per il dramma poliziesco The Shield, il telefilm narra le vicende di questo fittizio club di motociclisti e dei suoi nemici. Nell’immaginaria cittadina californiana di Charming viene fondato il gruppo madre ad opera dei due amici e veterani della Guerra del Vietnam John Teller e Piney Winston. Alla morte di John, avvenuta nel 1993 per cause da imputare ad un incidente in moto, gli succede al comando l’avido Clay Morrow.

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THE SHIELD, IL LATO OSCURO DELLA GIUSTIZIA

To protect and to serve, ovvero per proteggere e servire. E’ questo il motto riportato sulla fiancata di tutte le auto di pattuglia del Dipartimento di Polizia della Città della Chiesa della Nostra Signora degli Angeli della Porziuncola, meglio conosciuta come Los Angeles. Le origini di questo motto sono da ricercare nel 1955 quando il Dipartimento di Polizia bandì un concorso interno per scegliere uno slogan per la propria Accademia.L’agente Joseph S. Dorobeck propose il suo to protect and to serve che vinse e fu adottato quale motto ufficiale del Dipartimento.Ma ci sono casi in cui la purezza di questo motto viene oscurato dalle ombre della corruzione, come successo realmente per lo Scandalo Rampart che travolse nell’occhio del ciclone il Dipartimento di Polizia di Los Angeles negli anni novanta.

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CALIFORNICATION E IL RITRATTO DEI VIZI E DELLE VIRTU’ UMANE

Fino al 1999 Californication era il nome del settimo album in studio dei Red hot Chili Peppers, in grado di regalare alla band californiana la consacrazione a livello mondiale. Ma dal 2007 quella parola che richiama il sole e le spiagge della California e tutto il fascino della parola fornicare ha assunto anche un nuovo significato. Nel periodo di massimo successo delle serie tv, prodotte dai più importanti network statunitensi ed importate in ogni angolo del globo, qualcosa stava per cambiare

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ANALFABETI CHIOGGIOTTI MINACCIANO LAURA DORIA

Di questa gentaglia è pieno il mondo ma a quanto pare a Chioggia, un comune italiano di 49 525 abitanti della città metropolitana di Venezia in Veneto ve ne sono taluni particolarmente feroci e volgari come solo un vero ignorante può essere.
Nel loro aberrante desiderio di nichilizzare e distruggere sono arrivati ad attaccare pubblicamente l’operato di una cittadina che sta difficoltosamente lottando per realizzare un giardino per i nostri amici a quattro zampe, affinché siano al sicuro dai pericoli della città e possano correre e giocare, ed anche espletare i loro bisogni in un luogo specificatamente progettato.

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JOHNNY CASH SECONDO LO SCRITTORE STEVE TURNER

Dopo aver letto l’ultima pagina di questo libro si ha la consapevolezza di essere entrati a contatto con un libro particolare, che fa un ritratto quasi ancora inedito di una delle icone della musica e della cultura rock e country americana, ovvero Johnny Cash. The man in black, come veniva chiamato dai suoi fan per la sua predilezione nell’indossare abiti di colore nero, appare come un essere umano fragile. Ma che diventa una sorta di supereroe una volta calcato il palco, che vive e si nutre dell’energia che il pubblico è in grado di donare.

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FENDER E GIBSON: QUANDO IL ROCK E’ AL CAPEZZALE DEL SUO STESSO DESTINO

Cronaca di una morte annunciata. Si potrebbe riassumere così il destino di un genere musicale che ormai da tanto, troppo tempo ha smesso di essere la cassa di risonanza delle rivoluzioni giovanili di intere generazioni. Il Grunge, per quanto da alcune persone non venga definito un vero e proprio genere musicale, è stata l’ultima grande ribellione a suon di rock in grado di incidere una tacca nella storia della musica recente. Un branco di giovani capelloni, sporchi e disillusi dalla vita ha portato alla ribalta dell’opinione pubblica internazionale la propria voglia di ribellione. Ma il tutto è sparito con il rumore di un fucile nell’aprile del 1994 con la morte di Kurt Cobain e la fine commerciale di quel fenomeno socio-culturale di massa.

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