MA QUANTO CONTA CONTE IN FIN DEI CONTI

Ieri Giuseppe Conte si è presentato al popolo.
Scaltro come una faina ha accettato l’incarico propostogli dal Presidente Mattarella con riserva, ovvero, se riuscirà a mettere d’accordo i rissosi e sgomitanti populisti può darsi che l’Italia abbia il suo nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri.
Il suo curriculum ha lasciato attoniti i corrispondenti internazionali a causa delle sue “lacune” ed in altre epoche con ogni probabilità sarebbe stato sufficiente solo ad allontanarlo da ogni ambiente politico ma oggi il contesto è decisamente cambiato.
A rispetto infatti dei suoi sostenitori egli appare come un angnolo mandato dallo signore, pare che incredibilmente abbia anche lavorato qualche giorno in vita sua, incredibile!!!!
Cotanta esperienza lo pone al di sopra dei suoi sodali, che possono solo esporre lauree prese all’università della strada ed inique esperienze professionali.
Un inarrivabile faro di cultura nel panorama pentasalviniano, fulgido esempio di quell’arrivismo patologico che alberga nei cuori e nelle “menti” dei poltronari che bazzicano e buzzicano oggi il panorama politico nostrano.
Durante il discorso alla nazione, conciso e diretto ha espresso prima di tutto, mettendo le mani avanti che solo qualora riuscirà ad organizzare la squadra di governo accetterà l’incarico, come dargli torto.
Trovandosi in mezzo al ciclone, sballottato da infausti marosi, sospinto da venti malvagi verso scogli voraci egli cerca un appiglio fin d’ora per potersi sfilare dal guazzabuglio e tornare nel dolce anonimato che tanto amava.
Un’anonimato che gli consentiva di poter annoverare titoli e riconoscimenti senza timor d’essere smentito.
Cara povera Italia, hai visto assurgere al potere individui che solo mezzo secolo fa avrebbero probabilmente agognato il ruolo di usciere.

Christian Longatti
Andrea Gunetti

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