LE 24 ORE DI LE MAN: PASSIONE, VELOCITA’ E MORTE

Quando la macchina da presa riesce ad imprimere sulla pellicola della storia emozioni e sensazioni indimenticabili non può che nascere qualcosa di unico. E’ il caso del film Le 24 Ore di Le Man, pellicola del regista Lee H. Katzin del 1971, ambientata durante la 24 ore del 1970.

Il protagonista del film è Steve McQueen, che in questo film interpreta il pilota della Porsche Michael Delaney, intento a partecipare a questa prestigiosa competizione automobilistica cercando di allontanare i ricordi dell’incidente di cui era stato vittima durante la corsa dell’anno precedente nel quale aveva perso la vita il pilota italiano Piero Belgetti.

Ciò che colpisce lo spettatore fin dai minuti iniziali del film è la perizia con la quale viene descritta e ricostruita la corsa, utilizzando scene in cui le macchine di scena furono regolarmente registrate alle fasi della 24 ore del 1970. La vicenda personale di Delaney fa da sfondo alla reale trama del film senza diventare una stonata situazione di contorno, amalgamandosi alla perfezione alle scene di gara.

Benchè la figura dell’attore americano Steve McQueen godesse già di una buona fama grazie a film del calibro de La Grande Fuga (1963), Bullit (1968), Getaway (1972) , Papillon (1973) e L’inferno di cristallo (1974), con questa pellicola ebbe modo di unire il suo talento di attore alla sua passione per i motori.

All’inizio considerato un “film minore” all’interno della filmografia di McQueen, nel corso degli anni la pellicola è diventata un vero e proprio cult e venne rivalutata come una delle più realistiche ed attentibili testimonianze di quel mondo motoristico capace di fare breccia negli appassionati di competizioni automobilistiche.

Esattamente come il carattere spigoloso ed imprevedibile nella vita reale dell’attore che ne recita il ruolo,il carattere di Michael Delaney è quello tipico dell’antieroe, in grado di fare la cosa giusta senza grandi riconoscimenti andando anche contro ciò che l’archetipo classico dell’eroe ” senza macchia e senza paura”  erano soliti mostrare come idem sentire del cosiddetto machismo pop. Un film adrenalinico, testimonianza di un modo unico di vivere la vita.

Hank Cignatta

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