TROPPE PAROLE E NESSUN FATTO

Dopo più di un mese di questo “governo” possiamo già fare un tristerrimo bilancio.

Questo governo del cambiamento effettivamente ha cambiato il modo classico di governare, che prevedeva di insediarsi offrendo all’elettorato importanti riforme durante i primi giorni dall’insediamento.
Un cambiamento ovviamente condito con salsa di idiozia, pressappochismo ed incapacità, un new deal fatto di fiumi di promesse e parole, aggressività, proclami altisonanti e badate bene nessun atto discusso.
In pratica possiamo dire che la situazione attuale è peggiore di un governo tecnico in quanto perlomeno tale governo avrebbe avuto l’obbligo di produrre dei risultati funzionali alla salvaguardia della nazione, invece questi mentecatti, con la loro inattività forzano il sistema a collassare per poi dare la colpa a terzi.
Incredibile come si possa ancora dare credito a questi pagliacci.

Elenchiamo i principali proclami funzionali all’elezione di questo triunvirato di fantocci e vediamo insieme la mole di cazzate che continuano a versare addosso ai poveri italiani inebetiti che si stanno aggrappando all’idea di un nuovo leader forte, di un nuovo leader carismatico, senza comprendere che sono vittime di una colossale presa per il culo formato famiglia.

  • Flat tax, Ormai è chiaro che è inattuabile, hanno già stemperato l’idea introducendo almeno due aliquote quindi la flat tax non sarà mai attuata.
  • La Legge Fornero, doveva essere la prima grande conquista del felpetta una volta raggiunto il potere, ed infatti non ha fatto niente di niente a parte sproloquiare su Facebook.
  • Nazionalizzazione delle imprese, quando hanno detto questa castroneria avevano probabilmente bevuto troppo oppure erano in vena di facezie, ovviamente nulla di fatto anche qui.
  • Chiusura delle frontiere e rimanderemo a casa i clandestini, come no! A parte il valore di marketing dell’operazione migranti non è stata discussa alcuna proposta di legge a riguardo, e perché mai dovrebbe risolvere il problema che lo sorregge al potere?
  • Campi rom? Ruspa!, ma veramente gli credevate? Anche qui un nulla di fatto.
  • Reddito di cittadinanza, anche questa idea, ridimensionata e limitata al fine di non creare eccessivi scompensi al budget dello stato, non vedrà comunque la luce entro due anni, sempre che siano in grado di discuterla alla camera e farla approvare in parlamento.

Non è colpa dell’opposizione se questi punti del programma elettorale non sono passati, non c’è stata nessuna discussione in aula a riguardo, semplicemente non li hanno presentati, ci hanno preso per il culo.

Al comando generale di “lasciamoli lavorare” dobbiamo ricordare a questi fannulloni cosa riuscirono a fare i governi precedenti nel primo mese di amministrazione.

Governo Letta (28 aprile 2013 – 14 febbraio 2014)

Anche il governo Letta per vedere la luce dovette passare per intricate trattative tra i vari partiti. Nonostante questo il 15 maggio arrivò il primo via libera allo sblocco dei pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione, con il sì definitivo che è datato 5 giugno.
Nel Consiglio dei Ministri del 17 maggio invece il governo decise di sospendere il pagamento della rata di giugno dell’Imu, sbloccando e rimpinguando anche i fondi a disposizione per la cassa integrazione ordinaria e straordinaria.

Governo Berlusconi IV (8 maggio 2008 – 12 novembre 2011)
Dopo la larga vittoria alle elezioni del 2008, quello che è stato l’ultimo governo presieduto da Silvio Berlusconi se la prese un po’ comoda, approvando però in via definitiva l’11 giugno il Decreto Alitalia mantenendo così la promessa elettorale.
Prima della pausa estiva a luglio però il governo dette una notevole accelerazione approvando, sempre in maniera definitiva, l’abolizione dell’Ici sulla prima casa, il Lodo Alfano e il Trattato di Lisbona (atto quasi formale questo).

Governo Prodi II (17 maggio 2006 – 24 gennaio 2008)
Quello che in fin dei conti è stato l’ultimo governo puro di centrosinistra con alla guida Romano Prodi, per prima cosa il 30 giugno dette vita al decreto Bersani-Visco sulle liberalizzazioni.

Nelle settimane seguenti l’esecutivo si rivelò essere abbastanza letargico e contraddistinto da forti tensioni interne, approvando definitivamente soltanto il rifinanziamento delle missioni italiane all’estero e il discusso indulto voluto dall’allora ministro Mastella.

Governo Berlusconi II (11 giugno 2001 – 20 aprile 2005)
Nei primi Consigli dei Ministri di quello che è stato il più duraturo dei governi Berlusconi, vennero presi provvedimenti per la diminuzione delle accise sui prodotti petroliferi (approvato in via definitiva il 30 luglio) e per la riforma dei reati societari.
Prima della pausa estiva, il 31 luglio il governo approvò definitivamente il ddl per il Rilancio dell’Economia, mentre in uno sprint tra il 2 e il 3 agosto vennero approvati il decreto Ministeri, quello Rifiuti, sui Reati Societari e delle Infrastrutture.(fonte:money.it)

Si può essere d’accordo o meno con l’operato di questi passati governi ma non si può negare che seppero produrre delle leggi, presentando proposte che furono discusse al prezzo anche di animati dibattiti.
Questo governo non è in grado di supportare il processo democratico poiché lo rifiuta, il loro obiettivo evidentemente è quello di scardinare questa nazione per farci ripiombare in un buio periodo di follia politica.

Esaustivo è l’articolo su liberoquotidiano.it relativo all’incontro tra il felpetta ed il Presidente della Repubblica, a leggere tra le righe si intravedono inquietanti segnali.

Ed in oltre a quanto pare a seguito di una frase che salvini ha rivolto a Mattarella «Avrà visto, presidente, che noi della Lega adesso abbiamo questo problema dei fondi sequestrati. Problema delicatissimo, che potrebbe paralizzare qualsiasi nostra attività politica e perfino…» (questi puntini di sospensione sono inquietanti, lunedì sera molte testate riportavano anche come questa frase continuava ma è stata rimossa, forse si faceva riferimento a probabili disordini sociali? o sulla tenuta della democrazia?  decisamente suonerebbe come una minaccia ed Il Presidente ha immediatamente e freddamente risposto:”Ne prendo atto”, concludendo con un secco: “abbassi i toni”.
Un dialogo probabilmente cordiale ma freddo e teso come un duello all’arma bianca dei tempi andati.

Christian Longatti
Andrea Gunetti

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