ONEREPUBLIC, IL SUONO MODERNO DEL POP

Negli ultimi anni il panorama della musica pop è decisamente cambiato. Non ci sono più quegli artisti in grado di creare delle canzoni che possano rimanere scolpite nelle pieghe del tempo per poi essere riesumate fischiettandole mentre passano distrattamente in qualche stazione radiofonica mentre siamo impegnati a guidare, a sudare in palestra o in qualche serata in discoteca.

Per fortuna c’è qualche piacevole eccezione, in grado di regalare brani che sono certo dei grandi successi commerciali e che si incastrano facilmente nelle nostre sinapsi, ma che sono soprattuto capaci di regalare qualcosa di più di una semplice canzone eseguita grazie al quel miracolo digitale chiamato Auto Tune.

Tra queste piacevoli eccezioni figurano i OneRepublic, gruppo musicale statunitense nato nel 2002 per volontà del cantante Ryan Tedder e del chitarrista Zach Wilkins a cui si aggiunsero in seguito Eddie Fisher alla batteria, Brent Kutzle al basso e Drew Brown alla chitarra solista. La grande occasione per il quintetto di Colorado Springs arriva nel 2007, quando danno alle stampe il loro primo album, Dreaming Out Loud, il quale rapidamente venne certificato disco di platino.

Proprio dal loro album di debutto è estratto il singolo Apologize, una ballad molto orecchiabile valorizzata dalla presenza di un quartetto d’archi che ben si amalgama alle atmosfere lente del brano e alla voce di Tedder. Dopo aver raggiunto ottimi risultati in classifica e vari riconoscimenti internazionali, il produttore musicale Timbaland ha realizzato un remix del suddetto singolo, inserendo quelle sonorità tipiche del suo stile già avvertite in precedenti collaborazioni con altri artisti come, ad esempio, Justin Timberlake. Benché la versione originale di Apologize resti di per sé una canzone molto orecchiabile e facile da ricordare, quella di Timbaland rimane quella più famosa.

Nel corso degli anni il gruppo raggiunge una certa maturazione artistica, arrivando a pubblicare cinque album dai quali sono stati tratti altri successi che ben hanno attecchito nelle classifiche, come If I Lose Myself Counting Stars, tratti dall’album Native del 2013. I OneRepublic hanno senza dubbio cambiato le regole del pop moderno, influenzando un genere che nel corso degli anni è decisamente cambiato e di cui la band statunitense è una dei massimi esponenti.

Hank Cignatta

 

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