SALVINI ED I SUOI DECRETI TUTTI DA RIDERE

Le accuse sono pesanti e articolate.
Di quelle che politicamente restano agli atti.
E fa niente se Matteo Salvini in questo momento è come Re Mida che qualunque cosa tocchi diventa oro.
Le accuse restano e sono pesanti.
Gli immigrati per le strade aumenteranno.
I cittadini se ne accorgeranno presto.
E avremo problemi di ordine pubblico.
La responsabilità? È di Matteo Salvini.
Perché, è presto detto: il Decreto appena varato – allegramente infischiandosene Salvini di sentire le parti interessate, cioè i sindaci – sancisce innanzitutto che la distribuzione dei migranti non sia fatta su ripartizione programmata cioè il 3×1000. 3 immigrati ogni mille italiani.
Senza il rispetto di questo primo paletto il rischio di una consunzione dei rapporti tra popolazione italiana e cittadini stranieri, è concreta.
Secondo punto: gli Sprar, il sistema di protezione per i richiedenti asilo, viene lasciata in gestione ai Comuni.
I Comuni, tuttavia, questa competenza non ce l’hanno, visto che è del Ministero, così come non possono avere la competenza di gestire tutti coloro, tra i migranti, che saranno privati della protezione umanitaria con un permesso di soggiorno temporaneo.
Senza di questo infatti si dovrebbe procedere con espulsioni immediate.
Ma come fai ad espellere persone che non sai né dove, né come mandare via dall’Italia, visto che non ci sono accordi con i Paesi d’origine e che non ci sono le risorse adeguate? Se non hai uomini e mezzi dove li metti coloro che dovrebbero essere espulsi? Quale sarà la conseguenza? Che gli immigrati bighelloneranno per le piazze delle città nella migliore delle ipotesi, altrimenti saranno costretti a mettersi nelle mani del lavoro nero e della criminalità.
Per questo motivo i sindaci dell’Anci, oggi incontratisi a Milano, hanno minacciato di ricorrere alla Corte Costituzionale se non provvederà il Ministro, ad ascoltare queste comunicazioni urgenti.
Poi, già che ci sono, ricorreranno al Tar per il bando periferie, dove – accusa Anci – sono spariti 1.6 miliardi in un primo momento in dotazione.
Da tempo non assistevo ad un collettivo ed esteso “vaffanculo” della politica nei confronti di una sola persona con la stessa determinazione e convinzione con cui la Juventus è accolta in molti stadi italiani. Qui sotto vi riporto l’intero intervento del portavoce dell’Anci Alberto De Caro, sindaco di Bari. Accanto a lui il sindaco di Milano Beppe Sala, quello di Bologna Virginio Merola, quello di Genova Marco Bucci, quello di Firenze Dario Nardella, il vice sindaco della città metropolitana di Torino Marco Marocco, e quello di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.
Accuse durissime che in sostanza si potrebbero riassumere cosi: Caro Salvini, governare con le chiappe degli altri è troppo comodo.
Prenditi le tue responsabilità e governa anche tu.
Troppo facile essere tutto chiacchiere e distintivo e poi però scaricare le responsabilità di gestione su altri.
A proposito di altri: al primo cittadino di Bari e di Torino soprattutto, ho chiesto: ma la vostra interlocuzione politica? Con chi l’avete, al Governo? Salvini a parte, che vi manderà a quel paese, chi media per voi con Matteo della ventura nazionale? Risposta: Il sindaco di Torino Chiara Appendino ha sentito Di Maio.
Della Lega, sentito il vice ministro dell’economia Garavaglia, molto vicino a Roberto Maroni e oggi plenipotenziario di Salvini ( e Giorgetti).
Insomma non sono rose e fiori ma speculare sull’immigrazione per consentire a Salvini di essere in campagna elettorale effettiva e permanente non giova a nessuno, neppure a lui.
Quindi un accordo si troverà.
Dopo essersi molto sfanculati, ovviamente.

Max Rigano

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