MCGREGOR VS KHABIB, QUANDO LO SPORT PERDE PER SOTTOMISSIONE

A distanza di qualche ora il match tra Conor Notorius McGregor e Khabib The Eagle Nurmagomedov è l’esempio lampante di come si possa mandare in vacca qualcosa che, se gestita nella maniera giusta, sarebbe potuta diventare una cosa leggendaria.

Il condizionale è d’obbligo, in quanto è effettivamente scoppiata quella bomba che si era innescata in mesi e mesi di battibecchi tra i due combattenti, giunti anche a vie di fatto decisamente concrete come l’assalto di McGregor all’autobus sul quale erano a bordo diversi combattenti della UFC (Khabib compreso), il quale ha mandato in frantumi un vetro della vettura scagliandogli contro una carriola.

Dopo l’arresto dell’autore del gesto e le conseguenti minacce da parte di Khabib nei confronti di McGregor i due hanno continuato a punzecchiarsi e minacciarsi nel corso di diverse occasioni, fino ad arrivare a sfidarsi sull’ottagono per la gioia di appassionati ed addetti ai lavori.

Come già successo nel corso di altri match e di altre discipline ( una fra tutte il pugilato) nessuno ha dato realmente peso a questa escalation di violenza verbale fra i due, etichettandola come gli ennesimi episodi portati avanti dall’indotto comunicativo e pubblicitario della UFC per aumentare l’interesse del pubblico nei confronti dei suoi atleti di punta.

Proprio in quel momento li la miccia di quella bomba era stata innescata in un modo tale da non poter essere più disinnescata se non nelle modalità decisamente imbarazzanti che il mondo intero ha avuto modo di assistere nella notte tra sabato e domenica scorsa.

Per quanto riguarda l’analisi prettamente sportiva di questo evento, Khabib è riuscito a rendere mansueto McGregor, il quale tutto sembrava capace tranne che di contrastare il suo avversario dal punto di vista tecnico. Le chiacchiere, che per quanto ormai facciano parte dello show una volta saliti sull’ottagono restano a zero, hanno perso il loro valore nel corso del quarto round, ovvero quando Khabib riesce ad aggiudicarsi l’incontro sottomettendo il suo avversario ed il suo ingombrante ego.

Fin qui tutto sarebbe normale se non fosse che una volta finito l’incontro il russo si scaglia contro l’angolo di Notorius, inveendo contro il suo staff. In un gesto felino Khabib scavalca l’ottagono e li raggiunge, dando origine ad una rissa gargantuesca che giunge fin dentro l’ottagono e che coinvolge anche lo stesso McGregor.

Anche il pubblico presente alla T Mobile Arena di Las Vegas è diviso: da una parte c’è chi fischia deplorando il triste spettacolo a cui sta assistendo e dall’altra chi decide di estendere la zuffa anche tra posti a sedere e tavolini gettando ulteriormente benzina sul fuoco in quell’atmosfera che si presentava già molto accesa fin dall’ingresso dei due lottatori nella gabbia con tanto di addetti alla sicurezza in giacca bordeaux ben attenti a impedire ogni contatto tra i due mentre l’arbitro spiegava loro le regole del gioco. Anzi, dello show.

Le conseguenze di questa bagarre saranno molteplici: il governatore del Nevada Brian Sandoval, presente all’incontro, è anche il responsabile della Nevada State Athletic Commision, ente che regola il rilascio di licenze ad incontri di pugilato, kick boxing e appunto MMA. Per Khabib si profila quindi una multa salata, nonchè la revoca dei documenti Visa con il quale l’atleta può rimanere sul suolo americano. Per non parlare di McGregor, il quale adesso deve rilanciare l’immagine del campione in grado di sottomettere gli avversari psicologicamente prima e sull’ottagono poi.

 

Hank Cignatta

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