SONO TUTTI SECESSIONISTI COL CULO DEGLI ALTRI

Personaggio sicuramente controverso Salvatore Meloni detto Doddore.
Di professione autotrasportatore svolge un’attività politica che definire borderline è limitativo.
Nato a Ittiri, in provincia di Sassari, nel 1943 viene eletto per la prima volta nel consiglio comunale di Terralba tra le fila dell’allora Movimento Sociale Italiano. Di seguito entra a far parte del Partito Sardo d’Azione e da quel momento iniziano i primi guai giudiziari. Un primo arresto con l’accusa di aver eseguito alcuni atti terroristici, tra cui l’attentato dinamitardo alla sede della Tirrenia ed a un traliccio dell’Enel, il sequestro di due ufficiali della Nato e l’attentato ad una sede della Banca d’Italia.
Però sicuramente il fatto più eclatante fu l’occupazione dell’isolotto di Malu Entu da cui sarebbe iniziato, secondo l’esercito separatista organizzatore dell’azione, il percorso che avrebbe portato alla proclamazione della Repubblica Indipendente della Sardegna.
Durante una detenzione in carcere fonda il Partidu sardu pro s’indipendentzia (PARIS) con cui partecipa alle elezioni regionali.
La svolta avviene nel 2017 in seguito all’arresto per frode fiscale (all’insegna del suo credo: niente soldi a uno stato invasore) e condotto in carcere, dopo che le forze dell’ordine inscenarono una cattura piuttosto teatrale, con tanto di inseguimento, mentre Meloni stava andandosi a costituire.
Si dichiarò prigioniero politico ed iniziò uno sciopero della fame e della sete che lo portò alla morte in carcere dopo 66 giorni.
Al momento dell’arresto Doddore portò con se un libro biografico di Bobby Sands, l’attivista nordirlandese morto anch’egli in carcere a seguito di uno sciopero della fame e della sete per protestare contro il regime carcerario a cui venivano sottoposti i detenuti indipendentisti e repubblicani.
E finisce qui la cronaca anche se succinta.
Però a questo punto è necessario fare qualche considerazione politica.
Innanzitutto bisogna specificare che Salvatore Meloni è stato fino a questo momento l’unico condannato con l’accusa di cospirazione politica e associazione sovversiva contro l’integrità, l’indipendenza e l’unità dello Stato, accusa che gli costò nove anni di condanna e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici con la revoca del diritto di voto.
L’unico in Italia! E mi verrebbe da dire: meno male. Anzi: pazzesco. E mi fermo qua!
Seconda considerazione: il filo conduttore con l’indipendentista nordirlandese Bobby Sands.
Una trama parallela, costante, per certi versi simile, quasi sovrapponibile.
Due vicende talmente simili da far nascere il dubbio di un’emulazione.
Però a scagionare questa tesi rimane un fatto eclatante, significativo, non certamente programmabile: entrambi morirono in carcere dopo 66 giorni di sciopero della fame. 66 giorni entrambi. Casualità? Destino? Non lo sapremo mai.
E ora un’ultima considerazione politica. Ma dov’erano i paladini dei diritti dei carcerati quando Meloni moriva in quel modo? Dov’erano i sostenitori del diritto alla morte decorosa che proprio in quei giorni sostenevano la tesi che il capo dei capi dovesse uscire dal carcere prima di morire? Dov’erano i radicali che ogni tre per due fanno la passerella nelle vari carceri nazionali, rilasciando interviste in merito a destra e a manca?
Ah ma questo era un indipendentista che attentava e cospirava contro l’integrità e l’unita della stato.
Non meritava certo l’attenzione e la pietà che si era pronti a dare al boss della mafia oppure allo spacciatore o peggio ancora al pedofilo.
E dov’erano i Giovani Padani (pardon: ex Padani e ora Giovani Leghisti) che negli anni scorsi facevano di Bobby Sands una bandiera, proprio negli anni in cui il loro coordinatore federale iniziava proprio da li la sua scalata all’interno del movimento?
E adesso che hanno avuto un caso simile in Italia perché non hanno proferito parola sulla vicenda?
Troppo poco popolare o populista parlarne?
Non ti preoccupare Salvatore Doddore Meloni: sono tutte medaglie in tuo onore che contribuiranno a mantenere viva la tua memoria.

Roberto Pisani

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