TORINO NON E’ UNA CITTA’ PER VECCHI

A Torino pare non sia più lecito potersi divertire e trovare luoghi nei quali svagarsi. Dopo l’ennesima stretta sulla tanto chiacchierata movida con un provvedimento che vieta la vendita di alcol da asporto dalle 21 alle 6 nelle zone di Regio Parco, San Salvario e Vanchiglia, la beffa adesso riguarda le bocciofile. Questi veri e propri aggregatori sociali, importantissimi per molte persone anziane dei quartieri che trovano in questi luoghi strutture nelle quali passare ore spensierate tra una partita a carte e una a bocce, rischiano di chiudere.

Non è da meno il Circolo Ricreativo Mossetto, una delle bocciofile più grandi della città, che rischia di sparire per sempre. Questo piccolo angolo di paradiso, situato tra il Sermig e il ponte della Dora, rappresenta da anni una certezza per gli anziani della zona. Ci si ritrova, si fanno due chiacchiere, si beve in compagnia sotto il pergolato dal quale pendono grappoli d’uva che verranno usati per la vendemmia, si gioca alle bocce o alle carte e in un baleno la giornata è passata.

Ma tutto questo potrebbe presto sparire. Come afferma il presidente del Circolo Giorgio Ferraris, “ci sono diverse criticità che minano la futura esistenza del circolo. Dal soffitto della sala interna l’acqua piovana filtra copiosa nelle giornate di pioggia intensa. Abbiamo sollecitato più volte la Circoscrizione 7 ad intervenire ma non si è mai fatta viva. Inoltre nelle zone limitrofe al circolo non c’è la possibilità di garantire la sicurezza dello staff e degli avventori del Mossetto, i quali sono stati vittime di aggressioni in più occasioni in quanto il bagno a ridosso del ponte della Dora è diventato consueto ricovero per drogati e malviventi. In tutto questo ci siamo visti triplicare dal Comune, proprietario dell’immobile, il canone d’affitto rispetto a quanto pagato negli anni precedenti. E’ una situazione che definire paradossale è persino riduttivo”.

Anche l’avvocato Schiavone, che ha ricevuto mandato da parte del presidente Ferraris di difendere la situazione del Mossetto dal punto di vista legale, afferma che “il Comune dovrebbe cercare di comprendere che il Mossetto rappresenta una piccola oasi felice all’interno di un quartiere inserito in un contesto di incontestabile e grave degrado urbano e sociale. In tanti anni di attività l’amministrazione del circolo non è mai stata in debito con la Città di Torino di un solo centesimo sul canone dell’affitto, non accogliere l’appello di una realtà in evidente stato di necessità mi sembra quantomai grottesco”.

Di diverso avviso è Luca Deri, presidente della Circoscrizione 7: ” Con l’entrata in vigore lo scorso anno del nuovo regolamento per le associazioni e le società sportive dilettantistiche sono subentrate nuove direttive. Il presidente Ferraris ha ragione sulla questione delle infiltrazioni d’acqua nella sala interna e abbiamo scritto nuovamente agli uffici competenti per sollecitare l’intervento. Bisogna anche comprendere però che i tempi sono cambiati e che se si vuole sopravvivere le realtà come il Mossetto deve abbracciare delle attività alternative alle bocce per coinvolgere anche la fascia più giovane del quartiere”.

Le istituzioni, che dovrebbero preservare luoghi come il Mossetto e comprenderne il prezioso ruolo sociale all’interno di un quartiere dove la sicurezza è da anni al centro di numerose polemiche, sembrano fare orecchie da mercanti. In tutta questa faccenda a rimetterci è la città e gli abitanti del quartiere Aurora dove sorge il Circolo. E’ facile fare gli arroganti con chi non vorrebbe altro che una mano tesa in un momento di bisogno da parte delle autorità preposte che dovrebbero essere presenti non soltanto per mettere le loro lunghe mani nelle tasche dei cittadini e succhiar via loro l’anima giorno dopo giorno.

La realtà del Mossetto potrebbe sparire per sempre a favore di altre ben più abili ad ingraziarsi i favori politici di questa o quell’altra fazione, come il vicino Sermig e la Scuola Holden, che bussano alla porta come lupi famelici in attesa di poter mettere le proprie grinfie su un locale assai spazioso, spazzando via senza ritegno oltre settant’anni di storia dello sport e del tessuto sociale di Torino e del quartiere. Non mancheremo di aggiornarvi su ulteriori dettagli riguardo questa triste ed incresciosa vicenda.

 

 

 

 

Hank Cignatta

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Translate »