TIAHUANACO E PUMAPUNKU, LE CITTA’ DEL MISTERO IN BOLIVIA

Parliamo oggi di due luoghi magici, non proprio a due passi da noi ma decisamente importanti sia da un punto di vista archeologico che storico.
Due città antichissime, la cui datazione sfugge alle tecniche attualmente usate dagli archeologi e dagli scienziati che per anni si sono dedicati a svelare il grande segreto che le avvolge in una mitica nebbia di ancestrali ricordi.
Gli autoctoni sostengono che queste antiche pietre giacciono su questo altipiano da innumerevoli millenni, un altipiano di oltre quattromila metri di altezza SLM nel quale non crescono che arbusti radi e bassi.
Un viaggio estremamente avventuroso, non adatto a tutti, l’aria rarefatta e le altezze estreme devono mettere in guardia chi tra i viaggiatori non sia in perfetta forma fisica al fine di evitare estreme condizioni di disagio e pericolo.
Malgrado i trasporti “moderni” siano in grado di raggiungere queste località, il viaggio rimane comunque rischioso, anche a causa delle strade pericolosissime e non asfaltate che il turista potrebbe trovarsi a percorrere.
La popolazione locale, gli Aymara che parlano l’omonima lingua sono un popolo rurale che vive perlopiù in piccoli centri agricoli attorno al lago Titicaca, hanno una natura benevola e sono estremamente spirituali, i loro culti e tradizioni si perdono nella notte dei tempi, credono che ogni azione malvagia si ripercuota su tutta la comunità e sono estremamente ligi nel rispetto dei loro dei tradizionalmente legati ai cicli naturali dell’agricoltura ed indissolubilmente legati alla natura che li circonda.
Visitare l’altipiano boliviano è senza dubbio una di quelle mete culturali che ogni viaggiatore con la “V” maiuscola dovrebbe prendere in considerazione.
Il lago Titicaca, il lago più alto del mondo è solcato da imbarcazioni di pescatori fatte di paglia e dalla curiosa forma simile ad una canoa inuit.
Alcuni autoctoni, da secoli vivono sulle sue sponde su particolari isolotti di paglia galleggianti su cui essi costruiscono piccole capanne realizzate con canne di totora.
Questi isolotti artificiali sono stati ancorati al fondo del lago ma si alzano e si abbassano assecondando il livello dell’acqua.
E ad evenienza, anche se ospitano case e negozi, possono essere spostati proprio come se fossero delle zattere.

Qui un tempo vivevano gli Uros, un’antica popolazione peruviana così pacifica da preferire questa insolita soluzione piuttosto che affrontare gli attacchi dei bellicosi vicini di casa, gli Incas.
Per evitare le razzie si sono trasferiti sul lago, spostando o costruendo direttamente sulle zattere tutto quello di cui avevano bisogno.
Gli Uros si sono estinti dagli Anni 70, ma le Islas Flotantes sono ancora oggi abitate da una popolazione di lingua aymara che vive di pesca e vendendo prodotti artigianali ai turisti.
Ogni zattera ospita non più di trenta persone ed è unita alle altre con dei collegamenti percorribili: insomma, un grande arcipelago fatto di canne.
Luogo misterioso la Bolivia, tanto che molti ritengono che TIAHUANACO E PUMAPUNKU furono originariamente costruite da visitatori alieni alla fine di una delle grandi distruzioni del mondo.
Moltissimi pezzi di questo intricatissimo puzzle spiazzano gli archeologi convenzionali che si ritrovano a dover spiegare ad esempio inquietanti ritrovamenti come testi in protosumero (civiltà geograficamente agli antipodi), pietre megalitiche con evidenti segni di lavorazioni meccaniche, inequivocabili segni di fusione termica su rocce e scalinate, tecniche di costruzioni impossibili da replicare e statue dalle inquietanti morfologie.
Questi luoghi ben si adattano a chi desidera una vacanza all’insegna dell’avventura, un luogo dove si tocca con mano un passato inquietante che forse deve ancora venire alla luce e che potrebbe cambiare la comune visione di questa nostra “moderna” civiltà.

Christian Longatti
Andrea Gunetti

 

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