ALEXIS DE TOCQUEVILLE: LA DEMOCRAZIA E I SUOI PERICOLI

Alexis de Tocqueville è stato un pensatore francese del 19 esimo secolo che ha vissuto molti anni della sua vita in America per studiare la società americana. Qui ha potuto vedere il nuovo che contraddistingueva la società d’oltreoceano (ovvero la democrazia) dal sistema sociale esistente in Europa (ovvero l’Ancient regime, cioè un modello di Stato dove la popolazione è divisa in ordini).

Non sempre la democrazia è sinonimo di perfezione

Il sottotitolo usato ora è molto forte. Ciononostante è bene spiegare nel migliore dei modi di cosa stiamo parlando. Tocqueville ha visto dei potenziali fattori molto preoccupanti, che a lungo andare potrebbero compromettere il normale funzionamento delle cose. I 2 pericoli più importanti di cui ha parlato si chiamano tirannia della maggioranza dispotismo mite. 

Per tirannia della maggioranza si intende un ipotetico modello statale dove la maggioranza (che ha assunto il controllo) schiaccia con una forza molto incisiva il pensiero delle minoranze. In generale è bene dire che a quell’epoca le minoranze più bersagliate (dalla popolazione) erano gli atei, i liberi pensatori e i neri. Inutile dire che tale pericolo potrebbe portare a conseguenze molto preoccupanti.

Per dispotismo mite (invece) si intende invece una concezione del potere di stampo paternalistico. Cosa vuol dire tutto questo? Ora ve lo spieghiamo. Il pericolo di cui Tocqueville parla, presuppone che le élite (che hanno assunto il potere democraticamente) tolgano alla popolazione la voglia di partecipare alla vita pubblica e politica. In altre parole il pericolo del dispotismo mite schiaccia la volontà nazionale perché il potere assume la figura di “padre amorevole” che decide tutto quello che c’è da fare in una nazione (trattando tutti come bambini). In questo caso è bene citare le parole del noto pensatore:

se cerco di immaginarmi il nuovo aspetto che il dispotismo potrà avere nel mondo, vedo una folla innumerevole di uomini eguali, intenti solo a procurarsi piaceri piccoli e volgari, con i quali soddisfare i loro desideri.

[…] Al di sopra di essi si eleva un potere immenso e tutelare, che solo si incarica di assicurare i loro beni e di vegliare sulla loro sorte. È assoluto, particolareggiato, regolare, previdente e mite. Rassomiglierebbe all’autorità paterna se, come essa, avesse lo scopo di preparare gli uomini alla virilità, mentre cerca invece di fissarli irrevocabilmente nell’infanzia. […] Lavora volentieri al loro benessere, ma vuole esserne l’unico agente e regolatore; provvede alla loro sicurezza e ad assicurare i loro bisogni, facilita i loro piaceri, tratta i loro principali affari; […] Non potrebbe esso togliere interamente loro la fatica di pensare e la pena di vivere?

Come si combatte tutto ciò?

Il giurista afferma che per far fronte a questi problemi è necessario che la gente si interessi sempre di più ai problemi del paese. In genere è bene dire che Tocqueville auspica che si formino sempre più partiti ed associazioni in modo tale da incentivare un aumento del grado di vicinanza tra la popolazione e il potere (cioè lo Stato).

Perché abbiamo scritto di Tocqueville?

Abbiamo voluto parlare di questo straordinario pensatore perché riteniamo che ora come non mai c’è bisogno che la gente, si interessi sempre di più dell’andamento della società. La democrazia (così come il voto) è un diritto, ciononostante comporta anche dei doveri (tra cui l’informarsi e sviluppare un senso critico).

 

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Si ringrazia “Art Special Day” per la foto principale.

 

Marco Galletti

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