BOCCONE AMARO PER SALVINI

“Candidati mediocri…mediocri risultati”

Chissà cosa avrà pensato quel mattacchione di Salvini nel salire sul palco di Torino.
Con una città allo sbando, amministrata dai pentastellati, Il capoluogo torinese pareva essere un boccone prelibato, ma il boccone invece è diventato amarissimo una volta che il leader ha visto che solo un migliaio di persone lo stavano attendendo in quel di Torino (centri sociali compresi).

Gli organizzatori della manifestazione, cosci della reale infima forza del partito salviniano, avevano già scelto una location tra le più anguste del capoluogo piemontese al fine di incrementare l’effetto visivo della calca umana, ma ciò non è bastato, anzi ha acuito il flop ed ha reso palese l’iniquità della classe dirigente e della militanza, anche locale.

Il popolo torinese ha snobbato il “capitano” dando così un segnale allarmante al carrozzone salviniano, in vista delle ormai prossime elezioni regionali. 

I motivi sono semplici, i torinesi son persone dure, fredde e diffidenti, qui si preferisce lavorare piuttosto che blaterare.
I bagordi del carnevale son finiti da un pezzo e la gente è stufa d’esser presa in giro.
I post su Facebook di Salvini, fatti di luculliane abbuffate alla faccia di chi cerca di sbarcare il lunario qui non sono affatto piaciuti.
Le ambigue posizioni mai chiare di questo centrodestra liquido ed inaffidabile non fanno breccia nei cuori di chi è abituato ad onorare debiti e crediti, alla faccia delle opinioni di molti senatori leghisti che bivaccano sui vellutati scranni parlamentari.

Da sempre per i leader della lega il Piemonte è un fastidioso sassolino nella scarpa, usato spesso come moneta di scambio per gli interessi più strategici del panorama nazionale.

Una comparsata che lascia il tempo che trova, individui più preoccupati di evitare brutte figure piuttosto che creare nuove e reali prospettive per l’economia e la società piemontese.

Meno male che così come è arrivato è anche celermente ripartito, lasciandosi dietro quel senso di inutilità a cui i candidati locali salviniani sono ormai abituati da anni.

P.S.
Per la prossima volta consigliamo di investire di più nelle comparse e nelle truppe cammellate invece che nella comunicazione sui social, buona solo a fomentare odio e rancore.

Andrea Gunetti
Christian Longatti

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