ABOLIAMO LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE

Amici ed amiche dell’ingrato oggi siamo andati ad ascoltare una conferenza presso la sede Del circolo della Stampa di Torino.
Tra i relatori, esimi esperti di cultura islamica e giornalisti inviati nei paesi del medio oriente.
Inutile dire che fin dall’introduzione abbiamo compreso il tenore della conferenza, non appena abbiamo ascoltato le frasi sconnesse e deliranti in noi è scattato un potente campanello d’allarme.
Affermazioni pericolose e tendenzialmente antidemocratiche condite di buonismo e stucchevole sentimentalismo.
La libertà di pensiero e di espressione è stata oggi, non solo messa in discussione ma anche espressamente additata come pericolosa e socialmente sconveniente, un concetto da superare per rendere il mondo un luogo migliore.
Quando ad una conferenza di carattere tecnico si mendica pietà con racconti strappalacrime sui poveri bambini morti durante gli sbarchi e con racconti di poveri pastorelli vittime dei terroristi vuol dire che abbiamo toccato il fondo.
L’unica cosa sensata che abbiamo udito è stata quella che ha detto l’esperto di diplomazia culturale e rapporti euromediterranei e politiche sociali di integrazione Sherif El Sebaie, che ha affermato che l’Islam non è una religione di pace ma semplicemente una religione.
La pace e la guerra sono quindi insiste nel cuore e nella mente dell’uomo.
Tuttavia non riusciamo a toglierci l’idea che ovunque domini l’Islam politico la pace sia un remoto e vacuo sogno.

Christian Longatti

Andrea Gunetti

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