POCHE IDEE E CONFUSE

Il salvinismo miete vittime, quotidianamente e costantemente.

Vittime però che a quanto pare ormai non sono più solo esuli ed esiliati del neomovimento del felpetta ma anche esponenti stessi del primigenio partito, legittimamente eletti, prostratissimi servitori del despota arrabbiato, strenui sostenitori del cadreghismo nazionale.

Vittime che, elette sbandierando ideologie strapopuliste ora si ritrovano a dover fare i conti con le logiche del potere, trovandosi in posizioni indifendibili che però da abili manipolatori riescono a sfruttare a loro piacimento a scapito del loro stesso elettorato e della comunità tutta.

Facciamo un esempio pratico: Fabrizio Ricca, consigliere comunale a Torino dal 2011, eletto anche con i voti dei Pro TAV, oggi il partito di cui fa parte è alleato del movimento che fino a due mesi fa aveva aspramente attaccato.
Un movimento, l’M5S che desidera la revisione del progetto in chiave più moderna, essendo esso basato su tecnologie vecchie ormai di vent’anni.
Come farà la sua coscienza interiore a sopportare il fatto di aver così tradito il suo elettorato? E sopratutto, il suo elettorato, sarà in grado di comprendere che a favore della possibilità di ottenere un posto nel consiglio regionale, luogo nel quale egli spera di ottenere più grandi successi, tutto è lecito?

Abbiamo appena scalfitto  oggi questa dicotomia tra dormienti ed assonnati, svegliatevi dunque e riflettete.
Si fa’ un gran parlare nelle pagine leghiste di successi straordinari quando invece alla luce dei fatti sembra che salvini non sia neppure in grado di difendere i suoi sostenitori, lasciandoli alla mercé di promesse mancate e falsi diktat elettorali.
Seguiranno sviluppi a questa vicenda, ci è impossibile accettare che questa alleanza di governo venga sfruttata in così volgare modo dalle forze salviniano a scapito del movimento 5 stelle, che come sapete non amiamo ma che comunque rispettiamo in quanto ha cercato solo di ottemperare alle volontà dell’elettorato senza rendersi conto che il prezzo per tale decisione era di portarsi a casa un partito di poltronari ed arrivisti.

Christian Longatti
Andrea Gunetti

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