L’ETA’ DELL’ORO DELL’AUTOMOBILISMO, LA TARGA FLORIO

C’era un periodo caratterizzato da eroi che, a bordo delle loro pioneristiche autovetture, hanno scritto le pagine più belle della storia dell’automobilismo. Lontani anni luce dalle macchine ipermoderne ed ultraccessoriate che siamo abituati a guidare oggi giorno, erano tempi in cui si sperimentava molto e si rischiava parecchio. Tra le gare automobilistiche più antiche al mondo, la Targa Florio è stata per sessantun’anni una delle corse italiane più conosciute e prestigiose a livello internazionale insieme alla Mille Miglia.

Inaugurata per la prima volta nel 1906, fu ideata per volontà dell’imprenditore siciliano Vincenzo Florio, appartenente ad una ricchissima famiglia palermitana. Florio si appassionò subito a quell’avveniristico mezzo di locomozione e il suo divenne un nome di spicco all’interno dell’ambiente delle corse automobilistiche. Spinto proprio da questo suo grande amore decise di realizzare e finanziare una sua competizione, la Targa Florio, che porterà il suo nome fino all’ultima edizione.

La manifestazione nel corso degli anni aumentò il suo prestigio per diversi fattori: il primo era legato da un percorso che si snodava tra le strade siciliane, in particolare quelle strette e tortuose a ridosso delle catene montuose delle Madonie. Va de sè che il percorso assunse un connotato assai ostico ed irto di difficoltà a tal punto da decretare il suo completamento una vera e propria impresa. Il secondo è da ricercarsi nella partecipazione alla Targa Florio di piloti illustri, tra i quali Alessandro Cagno (pilota automobilistico, motonauta e pioniere dell’aviazione), Vincenzo Lancia (pilota ed imprenditore, fondatore dell’omonima casa automobilistica), Tazio Nuvolari e tanti altri.

La sopracitata difficoltà del percorso della Targa Florio ha portato inevitabilmente, nel corso delle sue edizioni, ad incidenti (spesso mortali) che hanno coinvolto il pubblico presente e i piloti. Uno degli episodi che più ha scosso l’opinione pubblica, creando un vero e proprio dibattito su quanto fosse giusto continuare a permettere lo svolgersi della manifestazione automobilistica, è stata la morte del conte Giulio Masetti il quale morì rimanendo intrappolato nelle lamiere della sua Delage che uscì di strada a velocità sostenuta uccidendolo sul colpo.

Tra le “vittime illustri” della Targa Florio vi fu anche il cavaliere Giovanni Alloatti, pilota torinese vincitore di diverse competizioni automobilistiche tra gli anni Venti e Trenta, il quale fu vittima di un terrificante incidente nell’edizione della Targa Florio del 1934. Stava terminando il primo giro quando sbandò e volò giù da un ponte con la sua vettura Venne estratto dalle lamiere dell’auto in gravissime condizioni. Alloatti morì dopo venti giorni di lunga e dolorosa agonia in un ospedale di Palermo.

La leggenda della Targa Florio proseguì fino al 1977, anno in cui si verificò un nuovo disastroso incidente che coinvolse il pubblico presente. Tale episodio dimostrò tutta l’effettiva vulnerabilità di un percorso che poco si adattava alle caratteristiche di una gara autromobilistica di velocità. L’anno seguente però la Targa Florio venne trasformata in rally assumendo la denominazione di Rally Targa Florio che continua ad essere organizzata e la storia continua così a vivere.

Hank Cignatta

 

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