MUJICA: “Per guardare al futuro serve una Europa unita”

Pepe Mujica, combattente Tupamaros, ex presidente dell’Uruguay dal 1 Marzo 2010 al 1°Marzo 2015.
L’uomo che dei 260 pesos di stipendio, ne dava il 90% ogni mese a famiglie che ne avevano bisogno.
A Milano, Venerdì 31 Agosto, per promuovere il suo libro “Una pecora nera al potere”, ospite della Fim Cisl, si rivolge ai presenti cosi: “Per promuovere il mio libro non prenderò un Euro. Nudo sono venuto e nudo tornerò a casa.
A coloro che postulano sul sovranismo rammento che mia madre abitava a 80 chilometri da Genova, prima d’imbarcarsi per l’Uruguay.
A quanti dicono che l’Europa è un male, dico di pensare alle generazioni future e di rammentare che dopo mille anni anni di guerre in Europa, la nuova Unione Europea ha garantito la pace”.
Sul populismo ha le idee chiarissime.
“Mi chiedono cosa sia il populismo e rispondo cosi: è un cassetto dentro cui teniamo tutto quello che non ci piace.
Erdogan è populismo, Il Nicaragua è populismo.
Magari ci fosse davvero il populismo, cioè qualcuno che si occupa dei bisogni del popolo”.
Seduti davanti a lui, al Pime di Milano, quasi 500 persone.
Sono soprattutto giovani, molte donne con i loro bambini piccoli.
Una di loro, in particolare, a pochi istanti dall’inizio del convegno allatta al seno il suo bambino.
L’ho trovato simbolico.
Chi cerca le radici ha bisogno di trovare essere umani radicati alla terra.
“Pepe” Mujica presto tornerà alla sua fattoria in Uruguay.
La vita è rapporto con la terra e con il cielo.
Il basso e l’alto. Il sopra e il sotto.
Inutile dire che c’era un solo politico presente: l’Assessore Pier Francesco Maran del Pd.
In mattinata l’ex Tupamaros aveva incontrato Beppe Grillo presso il locale di un barbiere.
Forse il leader Cinque Stelle voleva comunicare che lui è l’uomo che vuole fare barba e capelli alla nomenclatura italiana.
Chissà come sarà rimasto impressionato Mujica, ferito sei volte da armi da fuoco durante la sua militanza rivoluzionaria socialista a difesa dei lavoratori della canna da zucchero e poi incarcerato e torturato nelle galere del suo Paese, nell’ascoltare il milionario leader italiano che guida la rivolta dalla sua mega villa.

Max Rigano

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