L’AFFAIRE SEGRE E LO SCHIFO PATRIDIOTA

Scalpore al senato per la scelta dei catto-patridioti di non alzarsi in piedi per omaggiare la senatrice Segre, reduce dei campi di sterminio nazisti e attiva testimone della Shoah italiana.

Una donna forte che malgrado i suoi 89 anni ancora lotta per un ideale che ognuno di noi dovrebbe avere stampato nel dna:
La lotta alle ideologie di morte di ogni genere e specie. 

Una nazione la nostra che non si merita più di essere amata, sempre più odio ed ignoranza permeano le idee delle dirigenze politiche che per interesse cercano di accaparrarsi i voti di chi invece dovrebbe solamente essere abbandonato ad un oblio eterno.

Ci troviamo ad una svolta, le masse ignoranti che purtroppo hanno ancora il diritto di voto pretendono in base a false notizie e campagne di marketing di conoscere i misteri arcani di questo mondo e desiderano l’uomo forte.
L’uomo forte che tuttavia non esiste e che a ben guardare è solo un fantoccio di paglia che al primo zefiro di vento potrebbe essere spazzato via e lasciarli da soli ed in balia della dura verità.

A dare manforte a questo mentecatto vediamo gentaglia come Alessandro Morelli che si trova a dover sostenere una posizione assurda, antistorica e fondamentalmente ignorante solo per accontentare quella massa di idioti che a questi derelitti della politica dedicano le loro preferenze.

E così mentre Mario Giordano accoppa zucche vuote nel suo studio a favore dei superstiziosi che si trincerano dietro all’immagine di un cadavere marcescente appeso ad una laida croce, salvini si fa’ selfie con le zucche vuote, non quelle dei suoi elettori per una volta, ma quelle tipiche di Halloween.
Il tutto per accaparrarsi i voti degli uni e degli altri.
In questo teatrino vergognoso vediamo lo svilimento della politica non solo della nostra nazione ma anche quella di una società che ormai ha smarrito ogni buon senso e che merita di essere pesantemente redarguita per le infami scelte che stanno causando lo scempio di questa terrà un tempo accogliente, fertile e ricca.

Christian Longatti

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