TAGLIO DEI PARLAMENTARI,  OSSERVAZIONI E VALUTAZIONI

Si appropinqua il giorno del referendum in cui il gregge idiota deciderà se i nostri rappresentanti dovranno essere ridotti di numero.
Sembra facile rispondere ad un quesito così banale, tuttavia il Diavolo sta nel capello ed a noi Ingrati piace il Diavolo, e con la sua vocetta discreta ci ha suggerito che non è tutto miele quel che luccica e che dietro a questo referendum c’è molto di più di una semplice e puerile riduzione del numero dei nostri rappresentanti politici.

Partiamo dal principio…

Quando salvini ha tradito i suoi compagni di viaggio (meloni e Berlusconi per andare al governo), al fine di  tenere Conte per le palle  e fare il bello ed il cattivo tempo (sopratutto cattivo).
Dopo poco decise di tentare il tutto per tutto e far cadere il governo nel massimo del suo splendore politico per andare ad elezioni e vincere a mani basse, Di Maio, credeva salvini, lo avrebbe sostenuto, tuttavia le cose non andarono bene come il grande statista si immaginava…
Quando salvini si dimise, l’agosto scorso, era convinto che DI Maio avrebbe fatto cadere il governo ma si ritrovò in un attimo sbattuto fuori dai giochi di potere che tanto lo intrigavano.
L’alleanza PD – M5S infatti ha reso possibile la premiership di Conte, che di fatto (e fortunatamente) può fare il bello e cattivo tempo senza colpo ferire.
E’ stato bellissimo è come se il mazziere del gioco delle tre carte perda la mano che egli stesso ha preparato, sancendo definitivamente che salvini è un capolavoro di ignoranza politica.

Attualmente però dobbiamo renderci conto che  Il problema non è di diminuire il numero dei parlamentari ma di far si che costoro abbiano la necessità di raccogliere voti sul territorio invece di attenderli dall’effetto cascata del leader (chiunque esso sia), già de Tocqueville ci aveva avvertito che la democrazia è in potenza il più antidemocratico dei sitemi politici, laddove il consenso si basi sulla puerile ignoranza delle masse.

In termini di risparmio economico dovremmo forse ragionare non tanto sul costo dei parlamentari ma dei 6000 dipendenti della Camera che a volte prendono di più di un parlamentare stesso.
Per alterare il numero dei parlamentari è necessario inoltre modificare ovviamente la legge elettorale, ridisegnando tutti i collegi d’Italia, una guerra, poiché i parlamentari farebbero le peggiori lotte per avere nel loro collegio le zone in cui sono più influenti e le loro controparti farebbero di tutto per impedirglielo.

Sistema da adoperare? 

Proporzionale?, Uninominale? Chissà!

Risultato? Questo governo potrebbe durare senza problemi fino a quando vorranno.
Infatti, Il giorno in cui il referendum sancirà la riduzione dei parlamentari le camere non potranno sciogliersi fino a quando non sarà ridefinita la legge elettorale, modificando ogni strada, ogni categoria di deputati e senatori esteri ecc ecc.
Inizierà quindi il governo del presidente.

Un governo forte, all’americana che tuttavia va a cozzare col nostro ordinamento costituzionale, chi è disposto ad accettare un precedente politico di questa entità?

Oggi c’è Conte… ma domani?

I giornali purtroppo non considerano il problema elettorale, ciò è sintomo della profonda ignoranza dei lettori a cui si rivolgono, facendo la volontà dei loro partiti/padroni di riferimento che sono ben contenti di traviare il popolo con banalità e facezie.
In ogni caso Conte potrebbe creare il suo partito che alleandosi con Renzi e Berlusconi creerebbe de facto un nuovo polo di centro annientando in sol colpo tutti i sovranismi ed i populismi.

Cosa accadrà?

Christian Longatti

A cura di:
Andrea Gunetti
Matteo Brigandì

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