LA GUERRA DEGLI SLOGAN

Oggi non ci cureremo come invece fanno tutti gli altri giornali delle due navi di migranti che vagano per il mediterraneo in cerca di approdo,
Parleremo invece del motivo che spinge questi disperati a cercare di raggiungere l’Italia.
Lo slogan, uno dei tanti ed ugualmente banale, lanciato da salvini nei mesi scorsi: “Aiutiamoli a casa loro”, non è stato percepito dai disperati che cercano di attraversare il mare per raggiungere l’agognata terra promessa.
Non è stato percepito poiché evidentemente il messaggio non ha dato seguito ad alcun tipo di iniziativa umanitaria degna di rilievo e che potesse inequivocabilmente far percepire alle masse di disperati la possibilità di un possibile futuro nelle loro nazioni di origine.
E’ di questo istante la notizia che salvini dichiara che un conto è dirlo ed un conto è farlo (aiutarli a casa loro) e quindi intanto si accontenta di rifiutarli, tagliando la testa al toro e fregandosene delle conseguenze sulle persone che sono rimaste intrappolate su una nave per tre giorni in condizioni che nessuno può immaginare.
La logica di salvini è: più gente parte e più gente muore, un uomo da slogan che però non considera che anche se costoro non muoiono in mare moriranno comunque nelle loro nazioni di origine, e con ogni probabilità in modo peggiore.
La Spagna ha accettato di far sbarcare i passeggeri intrappolati dagli slogan dittatoriali di salvini, sicuramente in cambio di aiuti economici o deroghe allo sforamento del debito.
Dal suo balcone digitale salvini ci rende edotti delle grandi vittorie italiane a scapito delle perfide nazioni europee, senza rivelarci però quali costi stiamo per subire a seguito delle sue inderogabili decisioni.
Costi che non sarà certo lui a pagare ma l’Italia tutta, che ogni giorno si vede sempre più isolata e che sta velocemente perdendo credibilità nel panorama internazionale.

Christian Longatti
Andrea Gunetti

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