L’AZZURRO TENEBRA DI QUESTI MONDIALI

L’Italia è quel Paese di santi, poeti, navigatori ed allenatori di calcio. Allenatori “nel pallone”, voci inascoltate pronte ad avere ogni qualsivoglia soluzione per i diversi problemi che affliggono la nostra nazione. Siamo talmente uniti da non andare d’accordo neanche su un argomento sacro alle italiche menti come quello del calcio.

Ma il potere taumaturgico della Nazionale è in grado di curare ogni male. Non importa quante volte tale giocatore sia stato insultato dai tifosi di squadre diverse da quella per il quale difende i colori: se gioca in Nazionale (e segna) diventa automaticamente l’idolo di quelle folle dal volubile umore, in grado di portarti dalle stelle alle stalle nell’arco della durata di un cross. O di un rigore.

E mentre si cerca di trovare l’argomento in grado di monopolizzare le discussioni da ombrellone, in attesa di trovare  il tanto temuto tormentone estivo capace di fare da colonna sonora a quelli che si prospettano mesi dal clima davvero torrido, i mondiali di calcio in terra sovietica sono iniziati senza di “noi”.

Non resta altro da fare che guardare questa edizione della massima competizione calcistica senza che l’azzuro della divisa della Nazionale Italiana di Calcio possa sperare di colorare il cielo sopra Mosca tentando di cucire sul petto la quinta stella mondiale della sua storia.

Un dubbio amletico quindi si insinua sibillino tra gli italici tifosi intenti a seguire le fasi dell’attuale edizione della massima competizione calcistica per squadre nazionali maschili: per quale nazione quindi fare il tifo? Il quesito giunge nella peggiore crisi della storia della Nazionale da sessant’anni a questa parte, con una squadra povere di idee e giocatori più preoccupati a fare le prime donne piuttosto che fare quello per i quali sono (profumatamente ed eccessivamente) pagati.

Ciò che sembra essere chiaro da questa fase iniziale di questi Mondiali è che le compagini figlie di blasonate tradizioni calcistiche sembrano essere messe in crisi dalla freschezza dirompente di realtà decisamente più recenti, desiderose di ritagliarsi il loro giusto spazio all’interno del calcio che conta, La semplicità sarà quindi la forza trainante di questo falò delle vanità del mondo calcistico? Chi tiferà vedrà.

Hank Cignatta

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