L’AFFAIRE DI MATTEO, TROPPE PAROLE E POCHI FATTI

Negli ultimi giorni si è sviluppata una bagarre politica fra uno dei magistrati antimafia più popolari in Italia, Nino Di Matteo, e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
Di Matteo ha pubblicamente accusato Bonafede di avergli negato nel 2018 un prestigioso incarico al ministero della Giustizia per via di alcune presunte pressioni ricevute da boss mafiosi, che si sarebbero lamentati dell’eventuale nomina.
il boss di Cosa Nostra Carmelo Lupo avrebbe detto ad un sottufficiale della polizia penitenziaria: «Appunta’, ha visto che come capo del Dipartimento pensano a Di Matteo? Che vogliono fare? Stringerci ancora di più? Già siamo stretti, più di così non lo possono fare».

Accuse gravissime che in quanto tali meriterebbero di essere trattate nelle sedi adeguate e non in una trasmissione televisiva di chiare preferenze destrorse come “non è L’arena” condotta da Massimo Giletti.

Di Matteo, invece di fare polemica politica in una sede che non gli compete ha il dovere di fare un esposto in procura della repubblica, indicando l’accusa invece di omettere gli atti del proprio ufficio, negando al popolo la possibilità di ottenere una risposta su questi gravissimi fatti.
Inoltre quando un giudice insulta il ministro di giustizia commette un illecito disciplinare e per questo illecito deve essere giudicato, con una azione disciplinare pubblica (per lo meno nella parte di sentenza).
Se è vero che il ministro ha avuto rapporti coi mafiosi è chiaro che deve risponderne di fronte alla legge, e non di fronte ad una giuria televisiva condotta da un giornalista la cui deontologia lascia molto a desiderare come dimostra il modo in cui ha trattato il ministro Bonafede in trasmissione.

Tasselli di un puzzle che ci lasciano intravedere delle chiare acredini umane e politiche e che avrebbero potuto essere risolte rapidamente con 20 giorni di processo disciplinare ma con ogni probabilità non se ne farà nulla.
Salvini, ha colto l’occasione e considerata la continua perdita di preferenze che sta patendo desidera dare una spallata al governo sfruttando questa breccia, perdendo l’ennesima occasione per non dire stronzate.

E sempre di più ci dimentichiamo che il popolo ha bisogno di conoscere i fatti e non le argomentazioni politiche.

Christian Longatti
Andrea Gunetti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Translate »