DAVE GROHL, OVVERO COME IMPARAI AD AMARE LA NORMALITA’ NEL ROCK

Non è affatto azzardato affermare che Dave Grohl è una delle ultime grandi rockstar viventi. Tale affermazione trova la sua forza in almeno due aspetti: il primo è quello di essere riuscito a vivere l’età dell’oro del Grunge, diventando uno degli idoli della cosiddetta Generazione X nel ruolo del batterista dei Nirvana. Il secondo aspetto è quello di essersi fatto conoscere alle nuove generazioni di appassionati del rock con i Foo Fighters, riuscendo così a reinventarsi in un periodo che, professionalmente, avrebbe potuto spazzarlo via e relegarlo nel cassetto dei ricordi di un movimento socio-culturale che gli ormai ultratrentenni di oggi ricordano come un periodo lontano quasi quando la preistoria.

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L’INCREDIBILE “POTENZA DI FUOCO” DEL NUOVO ALBUM DEI JUDAS PRIEST

Gente, ci siamo. Il nuovo album dei Judas Priest è davvero una potenza. Una potenza di fuoco, come appunto recitano il titolo del disco e la title track che apre la diciottesima fatica in studio dell’heavy metal band britannica. Firepower manda in cenere le casse del vostro impianto fin dai primissimi minuti di ascolto con graffianti riff di chitarra, una batteria che picchia davvero duro e la voce del cantante Rob Halford che continua ad essere una delle più iconiche nonché migliori del genere.

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ALICE IN CHAINS, L’ANIMA OSCURA DEL GRUNGE

Se parliamo di Grunge, la maggior parte delle persone citano sempre e solo i Nirvana. Il gruppo di Kurt Cobain, Dave Grohl e Krist Novoselic hanno permesso all’industria discografica e al mondo di conoscere quello che, prima della pubblicazione di Nevermind del 1991, era considerata una moda tra giovani capelloni a cui piaceva andare in giro con strane camice a quadri da boscaioli e jeans strappati. Il primo lavoro in studio della band di Cobain era un concentrato di rabbia giovanile, disagio esistenziale e sociale tramutato in un rombo di tuono che si propagava dai loro amplificatori valvolari per arrivare a scompigliare le vaporose capigliature di coloro che ruotavano ancora nel mondo del Glam Rock

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RORY GALLAGHER, IL GENIO DIMENTICATO DEL ROCK

Pura magia. Non c’è altro modo per descrivere la musica di Rory Gallagher. Molte persone cercheranno di raschiare il fondo dei ricordi per cercare di focalizzare chi sia costui. Non è uscito da nessuno dei talent show che negli ultimi tempi monopolizzano i gusti e l’industria discografica. E non ha nessun legame di parentela con i fratelli Liam e Noel degli Oasis. Perché è questo il tipo di reazione a cui si va incontro quando a qualche “rocker” improvvisato (o anche a qualsiasi facente parte della stampa specialistica) si domanda “Conosci Rory Gallagher?”. Le risposte sono tra le più disparate: c’è chi fa finta di pensare a dove possa aver già sentito quel cognome, chi tenta di dargli un volto cercando di scartabellare i vincitori di X Factor delle ultime otto edizioni, chi pensa di averlo sentito come super ospite a Sanremo e chi invece ti guarda come se gli avessi insultato la famiglia in Klingoniano.

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