VIVA L’ITALIA… A MORTE L’ITALIA

(I valori di libertà, giustizia, uguaglianza fra gli uomini e rispetto dei diritti di ognuno e dei popoli sono, ancora oggi, il fondamento della coesione della nostra società)… cit.
Valori a nostro avviso imprescindibili, che definiscono una ideale linea di intenti e passioni, fratellanza e cooperazione nella collettiva speranza di un migliore e più roseo futuro.
C’è chi non è d’accordo tuttavia con questa visione, ci riferiamo al leader Matteo Salvini, che attraverso il canale internet di Radio Padania (poiché ormai solo quello gli rimane) rende edotti gli eletti del suo movimento con un intransigente diktat:” Invito i sindaci della Lega a rifiutare di fare da comparsa alle celebrazioni ufficiali, visto che c’è poco da festeggiare, in una repubblica invasa e disoccupata”.
Siamo tutti d’accordo che questa nostra Nazione sia allo sfacelo, ma la festa del due giugno richiama non tanto alla situazione politica quanto ai valori intrinsechi nel significato di REPUBBLICA.
Un boicottaggio a questa giornata non definirà quindi una polemica verso l’attuale drammatica situazione ma evidenzierà che malgrado il leader maxximo del movimento cerchi di nazionalizzare il consenso alla nuova lega, dimostra di fatto di avere le idee un po’ confuse.
Possiamo chiaramente intuire che questa sia una mossa, peraltro banalissima, per tamponare la potente emorragia di militanti e sostenitori nonché di elettori che attualmente stanno guardando con sempre maggior interesse il movimento “GRANDE NORD” appena affacciatosi sul panorama politico nazionale, strizzando l’occhio a quella storica base leghista tradita con le nuove linee introdotte dopo il congresso di Parma.
Se il nuovo messaggio cita:” Prima gli Italiani” ma se il contenuto non rispetta i valori alla base della nazione, ci chiediamo di quale Italia stia parlando Salvini, poiché una nazione malata va curata e non dimenticata o snobbata.
Il 2 Giugno è la festa della Nazione, non dei politici che la guidano.
Il candidato alla guida del paese necessità di provare un profondo amore per esso e per tutti coloro che lo popolano, quell’amore che va al di la’ delle urne e dei giochi di potere.

Christian Longatti
Andrea Gunetti

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