VOTO AI SEDICENNI, MA SIAMO PAZZI?

In quest’anno speravamo di aver sentito abbastanza cazzate da potercele evitare almeno per un lustro ma invece a quanto pare c’è chi colto da improvvise necessità di protagonismo imita gli sproloqui del governo pentaleghista per involgarire ulteriormente il panorama delle proposte politiche della nostra vituperata nazione.

Parliamo di Enrico Letta che rilancia l’idea del voto a 16 anni.
Idea che a ben guardare ha origini pentastellate, un giorno infatti partecipammo ad un evento a cui era stato invitato anche Alessandro Di Battista, in un momento di pausa ci disse di credere fermamente in questa idea poiché a suo dire a sedici anni i ragazzi erano sufficientemente formati per partecipare alla vita pubblica di questo paese.
Non avendolo riconosciuto come l’allora n°2 del movimento grillino ci scappò un repentino sfottò alla Rupert Sciamenna, (ma questo è un coglione!!!)
Se lo avessimo riconosciuto probabilmente non lo avremmo neppure ascoltato e ci saremmo dileguati con una scusa qualsiasi.
Insisteva ed argomentava il buon Di Battista, convinto da anni di attivismo e dalle numerose riunioni esoterico-digitali in stile Casaleggio a seguire le idee più folli che mente umana potesse partorire.

Ed oggi ritroviamo quella stessa malsana proposta, più assurda e ridicola che mai, tornare alla ribalta tramite la persona di Enrico Letta.

Ma siamo Pazzi?
Aumentare il bacino elettorale non porrà fine alla crisi dei consensi ma sarà la causa di un abbassamento ulteriore della qualità del voto.
Non è con questa democrazia malsana che risolveremo i problemi ma con un differente sistema elettorale, non è certo tramite l’età che si possono definire gli aventi diritto ma tramite la cultura e l’empatia, proprietà sempre meno diffuse in questi anni di appiattimento e di sconforto politico e sociale.

Christian Longatti
Andrea Gunetti

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