IL PERICOLO DI UN LIBRO IN QUARANTENA

Un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve provocarle. Un libro deve essere un pericolo. – Emil Cioran

Augurandoci che la quarantena stia proseguendo nel rispetto delle norme previste e nel rispetto della comunità, quest’oggi L’Ingrato fa compagnia ai suoi lettori, grandi e piccini, con dei consigli di narrativa e letteratura. 
Cogliere l’occasione per riflettere, anche sfogliando un libro, è un ottimo modo per trascorrere il tempo libero, un modo per condividere dei pensieri, per parlare di temi sensibili, per cambiare la nostra vita.
Un avvertimento però, leggere un libro può essere davvero dannoso per l’essere umano: può costringerlo a guardarsi allo specchio, persino contro la propria volontà, e a scavare ove nessuno è mai stato capace di accedere, se non noi stessi. 
Se non l’avete ancora fatto, prendetevi il tempo di stare con voi stessi e coccolarvi con le pagine di alcuni tra i seguenti titoli: 

Il Principio Delle Nuvole – Fabio Privitera (2018): Sapete davvero come influisce su un uomo o una donna uno stesso avvenimento?  Se la sessualità non fosse solo avere “le farfalle nello stomaco”, ma qualcosa di più? Se nulla finisse ma tutto si trasformasse? Se a separare due anime non fosse il tempo, ma il cambiamento? A due anni dalla pubblicazione, un romanzo che ancora parla in modo profondo, originale e reale, dell’amore, del cambiamento e di tanto altro.

Nessun Titolo – Vincenzo Fiore (2017): “Non credi che sia più coraggioso guardare la vita così com’è, senza il velo dell’ottimismo che ci appanna gli occhi?”. – V.F. Nessuno sconto, nessuna pietà per il lettore. In una contemporaneità satura del superficiale e affamata dell’essenziale, questo romanzo racconta l’oggi, uno ieri ormai chimera, un domani che non c’è, l’uomo che esiste ma non vive, l’assenza di valori e di certezze. Si intravede un filo di speranza, che confida nell’Emanuele di ciascuno di noi. Un romanzo che cambia la vita.  

Io Non Ho Paura – Niccolò Ammaniti (2001): un bambino di soli 9 anni, con il suo coraggio e la sua umanità è capace di distruggere la crudeltà e omertà degli adulti, con un solo atto: il valore dell’amicizia. Un classico da tenere nella propria libreria e da consultare tutte le volte che ci si sente troppo “piccoli” per compiere un gesto di grande esempio per la collettività. 

Un Apolide Metafisico – Emil Cioran (1995): il filosofo romeno raccontato in una raccolta di interviste, che fanno trasparire un Cioran dall’animo tagliente e provocatorio, immediato e scettico, socievole e persino divertente al mondo dei lettori. Per chi desidera avvicinarsi a Cioran, questo è un buon momento per farlo!

Cecità – José Saramago (1995): “Non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo. Ciechi che, pur vedendo, non vedono”. Mai più profetico fu codesto romanzo, nel raccontare senza reticenze l’uomo in preda ai suoi istinti naturali. Ecco l’uomo, egoista e indifferente, vittima e carnefice, bestiale coi suoi simili, che affronta un’epidemia che getta tutto il mondo in un terrore incontrollabile, nella paura di un nemico che non esiste e che non si sa come combattere, in cerca di salvezza. Non tutti, per fortuna, sono ciechi.

Il Racconto Dell’Ancella – Margaret Atwood (1985): “Al tempo dell’anarchia c’era la libertà di. Adesso ci viene offerta la libertà da. Non sottovalutarla”. Un romanzo tutto al femminile (o quasi), sulla donna e sullo sfruttamento del suo corpo, un femminile che tenta di ribellarsi al controllo di uno Stato totalitario e repressivo. Un romanzo distopico, con un io narrante suggestivo che ha voglia di farsi ascoltare da qualcuno. Una voce, quella di milioni di donne, che tutt’oggi non godono dei diritti che meritano. 

La Casa in Collina – Cesare Pavese (1948): Seconda guerra mondiale, un professore, le colline torinesi e cuneesi, un’osteria, l’amicizia e l’amore, la difficoltà a vivere e le crisi esistenziali; tutto condensato in un unico libro. Un libro locale, di un autore locale, capace di farci rivivere tutta la bellezza della natura piemontese e apprezzare il focolaio, quello che davvero, a volte, infonde pace persino in tempo di guerra.

Racconti – José Maria Eça de Queirós (1902): 17 racconti che narrano come “il miglior spettacolo per l’uomo è l’uomo stesso”. Episodi di vita quotidiana, le piccole cose, miti e leggende rivisitati e parodizzati, intrighi e singolarità di una società abitudinaria, l’attenzione al dettaglio, fanno di quest’opera un ottimo ritratto dell’uomo medio, immortalato in tutta la sua bellezza.

Simposio o Sull’Amore – Platone (IV sec a.C.): nasciamo divisi o interi? Quanto conosciamo l’amore come i greci lo intendevano? E quanto oggi siamo in grado di dare all’amore il giusto valore? Platone conduce il lettore a “lezione d’amore” e “a proposito di Eros”, attraverso una summa enciclopedica di tutto rispetto.  

Il Decameron – Giornata Sesta, La Novella IV (p.502) – Giovanni Boccaccio (1349 – 1351): un classico della letteratura italiana in grado di far ridere anche i più piccini. Un buffo e innamorato cuoco ci insegna come è possibile cavarsela anche nelle difficoltà più ardue! (Di seguito il link con il testo in PDF http://www.letteraturaitaliana.net/pdf/Volume_2/t318.pdf)

Trecentonovelle – Novella CXIV e CXV (pp.301.-304) – Franco Sacchetti (1392 – 1400): e se Dante non fosse proprio come ce l’hanno sempre rappresentato? Ecco dei brevi racconti davvero divertenti che ci illustrano un Dante Alighieri davvero permaloso e capriccioso! (Di seguito il link con il testo in PDF http://www.letteraturaitaliana.net/pdf/Volume_2/t46.pdf)

Il Cavaliere Inesistente – Italo Calvino (1959): quanto ha valore l’onore per un cavaliere che non esiste, ma che influisce sulla storia? Esistere, non è sinonimo di vivere. In un susseguirsi di intrighi, storie d’amore e ricerche sull’identità, questo romanzo ci racconta il Medioevo di Carlo Magno, i viaggi per mari e oceani, ove il tutto si dilata all’interno di una cornice fantastica.  

Buona lettura

Roberta Bagnulo

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