PAOLO MASSAGLI, AUTORE PER NECESSITA’

Oggi pubblichiamo una intervista a Paolo Massagli, disegnatore e fumettista di fama internazionale che ci concede l’onore di pubblicare le sue bellissime creazioni.

1) Paolo, parlaci brevemente di te e della tua esperienza umana e professionale.

“Mi definisco un autore per necessità, ho sempre disegnato per hobby ma poi varie vicissitudini lavorative mi hanno “costretto ”
a tentare di farlo diventare la professione principale (cosa che per il momento non è del tutto riuscita).
Provengo dal vecchio mondo dei fanzinari e poi con il tempo sono approdato in varie case editrici di fumetto”.

2) Quanto ti senti diverso dal prossimo in relazione all’empatia che dimostri verso l’umanità?

“Non mi sento diverso, il fatto di essere un tipo introverso mi permette di osservare ciò che mi circonda e vederlo sotto un altro aspetto, senza farmi influenzare da il modo di pensare comune.
Secondo me l’empatia verso gli altri ti viene naturale quando non ti consideri superiore ad un altro individuo, ma cerchi di capire cosa ci accumuna e cosa ci distanzia”.

3) Le tue opere spesso evidenziano una dicotomia inquietante tra due dimensioni dell’essere e del vivere assolutamente inconciliabili.
Ritieni che questo approccio sia funzionale alla rieducazione di un’umanità ormai allo sbando?

“Non so se può rieducare, ma ho notato che genera discussione e il raffronto di opinioni e di punti di vista differenti”.

4 )I disegni che crei possono avere svariate letture, tu come definiresti il tuo operato?

“Metto solo su carta la contraddizione delle persone, quello che leggiamo nei commenti sui social e quello che sentiamo per strada.
Osservo e lo trasmetto su carta, ma la cosa che mi interessa di più è la discussione che ne deriva”.

5) Dal pensiero alla realizzazione, come trasponi il caos del pensiero nell’ordine del bidimensionale?

“Molte volte mi ispiro a fatti politici e di cronaca, ma vedendoli dal lato “social” con tutte le sue contraddizioni e il linguaggio crudo e forte dei nostri tempi”.

6) Cosa vorresti dire a chi denigra l’artista che c’è in te?

“Niente, ognuno può pensare ciò che vuole, non mi cambierà ne come artista ne come uomo”.

7) Noi ingrati ci definiamo: “scogli su cui si infrangono i marosi dell’ignoranza”.
Ritieni che questa affermazione sia valida anche per te?

“Ottima definizione anche se io non mi pongo come baluardo contro l’ignoranza ma come osservatore di questi tempi bui e senza anima”.

Christian Longatti

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