CHE PREZZO HA UNA VITA UMANA?

Nell’era del consumismo e del capitalismo, sovente le aziende ambiscono di anno in anno ad un incremento sempre costante di guadagno, ad una produzione costante di prodotti e servizi competitivi e vantaggiosi, all’acquisizione di strategie atte al massimo soddisfacimento del cliente. 

In un momento di crisi profonda aggravata dall’emergenza sanitaria, l’uomo deve iniziare a fare sul serio i conti non solo con i risparmi residui a disposizione, ma anche con la sua stessa coscienza di consumatore. 

Che prezzo ha l’egoismo? Pare un quesito scontato, ma non lo è nel momento in cui ciascun individuo, sul piano personale, ritiene di essere giusto e sovente reticente a modificare le proprie comodità e abitudini. 

Che prezzo ha la dignità? A chiunque lo si chieda, la risposta è sempre la medesima: “non ha prezzo”. Eppure, la risposta alla prima domanda è inversamente proporzionale al prezzo che ciascun individuo attribuisce alla dignità di un suo simile. Il tipo di dignità di cui si vuol parlare in questa sede è la dignità e l’etica lavorativa. 

Ogni volta che si acquista merce online o in loco, oltre ad incrementare la vendita dello stesso, ci si dichiara favorevoli alle modalità con cui il medesimo è prodotto / venduto secondo i seguenti parametri: prezzo, condizioni di lavoro, filosofia aziendale, etica ambientale. Ad oggi, pochissimi sono coloro che hanno premura di chiedersi quanto possa valere un prezzo più economico a scapito di un’azienda che favorisce condizioni di lavoro discutibili. Eppure, in linea con ciò che oggi viene definito “marketing emozionale”, ciò che conta è la piena soddisfazione e felicità del consumatore, sentimenti che a volte offuscano completamente il suo senso di responsabilità sociale. 

La responsabilità sociale è un aspetto fondamentale di una società civile e virtuosa, poiché la medesima influenza, con i suoi orientamenti di acquisto, le scelte di mercato anche (e soprattutto) in termini di sostenibilità ed etica. Una società responsabile è altresì empatica ed informata e attribuisce valore a se stessa e ai singoli individui che la compongono. Con questo non si intende affermare che un prezzo vantaggioso porti con sé sempre degli svantaggi, né che un prezzo esoso porti sempre benefici: si intende porre l’attenzione su ciò che in economia è definito “capitale umano”, cioè dipendenti grazie ai quali ogni giorno è possibile ricevere beni e servizi di qualunque natura si tratti e che apportano benefici alla collettività. 

Che prezzo ha, quindi, una vita umana? Così come la dignità, nessuno, ma ad oggi il suo valore è direttamente proporzionale alla volontà del singolo di soddisfare più che un capriccio, di tutelare il suo prossimo. Un piccolo contributo da parte di tutte le fasce reddituali nella tutela di altri simili costringono il mercato a piegarsi verso una prospettiva sempre più umana e non numerica.

A seguito di questa emergenza, probabilmente l’orientamento al consumo tenderà a cambiare, si spera in positivo. Saranno avanzate proposte guida, ma la scelta dell’esecuzione spetterà solo al pubblico. 

Acquistare prodotti che rispettino e tutelino la dignità di qualsiasi essere umano dietro le quinte, contribuisce a creare consumatori altruisticamente felici e sostenitori del welfare collettivo.

Un aspetto positivo del sistema capitalista è il seguente: avere la possibilità di scegliere tra mille varietà.  La condizione economica in cui ci si trova non è sempre una scelta, l’acquisto irresponsabile ed egoista, sì. 

Roberta Bagnulo 

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