ALLA SCOPERTA DELLA LINGUA DEI SEGNI

Vi siete mai trovati nella situazione di non essere in grado di comunicare con qualcuno perché non conosceva la vostra lingua, o voi non conoscevate la sua? Ebbene, questa è una delle classiche situazioni in cui, per ovviare il problema, tendiamo a gesticolare per farci capire dal nostro interlocutore.

Esistono lingue che si basano su quello che in italiano volgarmente è detto “gesticolare”, che in realtà porta con sé una storia, una sintassi e un quadro complesso di inquadramento legislativo: stiamo parlando della Lingua dei Segni.

Differenza tra segno e gesto

Anzitutto, occorre realizzare una distinzione tra gesto e segno: con il primo, si fa riferimento ad un tipo di linguaggio che può essere di natura verbale o non verbale; con il secondo, si fa riferimento ad un vero e proprio sistema linguistico, costituito di una propria struttura.

Il dibattito intorno al concetto di lingua

In linea generale e in estrema sintesi, un sistema viene definito lingua  se costituito di un apparato di ricezione e di uno di invio di informazioni, che garantiscono lo scambio comunicativo: la ricezione avviene a mezzo dell’apparato uditivo attraverso una serie di passaggi (elaborazione, percezione e decodifica dell’informazione) . L’invio di informazioni, invece, avviene attraverso l’apparato fono – articolatorio, grazie al quale è possibile rendere concreti i pensieri attraverso la parola. Se un sistema si presenta compromesso anche solo in una delle sue parti, la catalogazione di lingua decade.

Occorre precisare che un sistema compromesso non è sinonimo di “non funzionante”: esso, infatti, può iniziare a funzionare diversamente, evolvendosi e adattandosi al nuovo status quo. Ancora, nel caso della sordità congenita, in cui si apprende sin dalla nascita un sistema segnico di lingua, a cui si affianca un sistema di lingua “normotipico” scritto molto più tardi, si ritiene necessario acquisire consapevolezza del fatto che possono esistere sistemi di comunicazione differenti e che questo aiuti una parte della collettività a comprendersi all’interno di un sistema più ampio.

Il dibattito intorno al riconoscimento giuridico in Italia

Per quanto riguarda la LIS (lingua dei segni italiana), a seguito di numerosi movimenti e iniziative da parte della comunità sorda sul riconoscimento giuridico della Lingua dei Segni, nel 2017 è stato portato all’attenzione del Senato il disegno di legge 302 dal titolo “Legge quadro sui diritti di cittadinanza delle persone sorde, con disabilità uditiva in genere e sordocieche”.  Ad oggi, il decreto è ancora in fase di approvazione. Nel frattempo, le iniziative da parte della comunità sorda italiana non hanno arretrato di un passo, inaugurando nel 2018 il Festival del Silenzio: un evento suggestivo caratterizzato da performance artistico-teatrali intorno al tema, con proposte di spettacoli ed esibizioni che fanno uso della Lingua dei Segni.

Accenni e curiosità intorno al funzionamento della Lingua dei Segni Italiana

Assodato che il sistema segnico è una lingua a tutti gli effetti, dal momento che i canali di ricezione e articolazione, sebbene differenti, sono presenti e garantiscono lo scambio comunicativo, la Lingua dei Segni Italiana presenta curiosità interessanti, che di seguito elenchiamo:

  • La LIS non possiede l’ausiliare essere. La struttura frasale è costituita pertanto solo da soggetto + aggettivo
  • La LIS possiede una struttura sintattica SOV (soggetto – oggetto – verbo)
  • I nomi in LIS possono essere indicati attraverso due metodi: attraverso l’alfabeto segnico o attraverso un segno personalizzato che il parlante si attribuisce o gli viene attribuito sulla base delle sue qualità e caratteristiche personali
  • In LIS i nomi di paesini o città poco conosciuti vengono rappresentati con un segno che indica l’iniziale del nome + il segno di luogo, che tradotto sarebbe “un luogo che inizia per B”. Generalmente, l’indicazione spaziale precisa viene attribuita al luogo di riferimento attraverso la vicinanza al capoluogo più prossimo.
  • In LIS un segno realizzato in maniera più dolce o veemente può cambiare l’intero senso della frase: i sordi attribuiscono grande significato non solo al segno, ma anche all’espressività.

Roberta Bagnulo

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