LEADERSHIP, MA DOVE VAI SE I SOLDI NON LI HAI?

Alla redazione di questo articolo partecipa anche un personaggio “sinistro”, nostro caro amico malgrado le rigide appartenenze politiche.
L’obiettivo è capire se le idee possano essere condivise da persone che politicamente hanno l’ardire di schierarsi da una o dall’altra parte di una sempre più inesistente barricata, impostaci da politicanti da quattro soldi e mentecatti poltronari.
La domanda a cui dobbiamo rispondere è: ” A chi è destinata la leadership nel centro destra italiano?”.
Secondo il nostro amico vermiglio, l’ipotetico leader necessiterebbe innanzitutto di possedere un minimo di intelligenza, al fine di non cadere nella pateticità del populismo così orgogliosamente rappresentato dal Salvinismo e dal grillinismo.
Le capacità relazionali sarebbero altrettanto importanti, trovandosi di fronte ad una coalizione storicamente divisa e frammentata, a cui porre freno attraverso il dialogo e le competenze politiche.
Rendiamoci conto che una gran parte dell’elettorato del centro destra non è attratto da populismi o discorsi estemporanei adatti solo a raccogliere voti di pancia, un buon leader dovrebbe essere in grado di porsi al di sopra di chi fa delle fake news e della becera comunicazione via Facebook la punta di diamante della sua campagna elettorale.
In sintesi, dovendo trovare un leader credibile, allo stadio attuale, l’unica figura credibile è Antonio Tajani l’uomo segnalato da Silvio Berlusconi, guida storica del Centro Destra Italiano.
Altro candidabile è Luca Zaia , malgrado la sua appartenenza al partito di salvini ha dimostrato capacità politiche indubbie e grande dimestichezza nell’amministrare la cosa pubblica della regione Veneto di cui è governatore.
La mia speranza ovviamente è che il centro destra non trovi la coesione attorno ad un vero leader carismatico, perdendo di fatto la possibilità di vincere le prossime elezioni.
Nutro l’ulteriore speranza che anche il PD, a mio avviso clone copy di un partito di centro destra, non risolva la sua crisi interna, malgrado questa triste evenienza lasci di fatto campo libero al movimento 5 stelle.
La nostra redazione è d’accordo in linea di massima con le affermazioni appena elencate, a parte l’ultima che è a nostro avviso un suicidio sociopolitico a cui non siamo disposti a cedere.
Il movimento penta stellato necessita ora di un periodo di profonda ristrutturazione interna al fine di potersi confrontare con le contraddizioni dilaganti ed evidenti dimostrate dai loro rappresentanti.
La leadership di Antonio Tajani sarà a nostro avviso la preferenza verso la quale si catalizzerà l’interesse della coalizione, senza contare che le preferenze di Silvio Berlusconi sono ancora l’ago della bilancia di questo centro destra complesso e disunito.
In sintesi, alla fine vinceranno come sempre le minoranze silenziose, ormai stanche di sentire ogni giorno le idiozie che dilagano sul web, diffuse ad arte dai populisti nostrani guidati da Salvini e Grillo.

Christian Longatti
Andrea Gunetti

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