INTERVISTA ALLA “SARDINA” SARA DIENA

1) Prima di tutto desideriamo saper qualcosa di più su di te. Quanti anni hai e come hai maturato la decisione di unirti all’iniziativa delle Sardine?

•Ho 19 anni e ho deciso di unirmi alle Sardine quando ho visto concretizzarsi una necessità che ultimamente la mia speranza tanto aveva cercato, senza risultati

2) Attualmente vi state affermando con decisione in tutte le piazze italiane, i vostri numeri impongono implicitamente all’opinione pubblica che esiste una consistente parte della nazione che desidera qualcosa di differente della politica che sfortunatamente ci guida attualmente, quali sono però le vostre idee al di la della giusta protesta contro il gentismo ed il salvinismo che vi unisce?

•Le sardine supportano e lottano in prima istanza per una comunità giusta, senza confini dettati da razzismo, sessismo, omofobia e qualsiasi tipo di discriminazione.
Si impegnano consapevoli che la premessa necessaria per garantire questi aspetti sia un nuovo modo di fare la politica;
o meglio, un nuovo vecchio modo di porsi dei politici che non interfacciano più una popolazione pensante, ma, al contrario, una massa di pance che vogliono essere sfamate. 

3) I vostri sostenitori provengono da diversi percorsi umani e politici, come ritenete possibile quando la vostra battaglia sarà vinta andare a modificare la vostra mission da quella attuale a qualcosa che sia in grado di continuare a catalizzare anime così differenti?

•Per rispondere a questa domanda la storia ci viene in soccorso.
In particolar modo nella storia italiana abbiamo assistito, in momenti di necessità a situazioni in cui alcune prerogative personali venivano messe da parte in nome di priorità urgenti.
Un esempio del quale personalmente vado molto fiera è quello dell’unificazione dei 6 partiti italiani che hanno dato vita al Comitato di liberazione nazionale in risposta all’armistizio dell’8 settembre.
Se è già stato fatto una volta, perché non crederci ancora ?

4) I media non danno a nostro avviso sufficiente rilievo sul vostro conto e sottendono che siate una emanazione delle sinistre.
Secondo noi invece raccogliete anche molte anime liberali, progressiste e democristiane.
Ragionando in termini di piazza escludete i colori ed aborrite i recinti culturali ma nel cantare: “bella ciao” non temete di autolimitarvi in un recinto culturale che va a costruire un diverso tipo di gentismo?

•Siamo alquanto scettici nei confronti di chi pensa che “Bella ciao” cantata ai giorni nostri possa avere un colore, perché quello che vogliamo fare capire con le Sardine è che la resistenza (di oggi) non ha colore, anzi, li ha tutti e questo lo dimostrano le variopinte piazze che stiamo riempiendo in questi giorni.
Sul nostro stesso gruppo verifichiamo quotidianamente dibattiti sulla questione e assistiamo ad argomentazioni molto ragionate.
Ormai non è scontato trovare questo tipo di profondità nei commenti di Facebook e questo evidenzia quanto apprezziamo l’impegno all’informazione e al dialogo costruttivo. 

5) Crediamo che sia inevitabile che la politica dopo le terribili esperienze di questi anni si trasformi radicalmente ponendo i programmi al di sopra delle persone e di ideali ormai desueti.
Sei d’accordo con questa affermazione?

•Sono assolutamente d’accordo.
La questione fondamentale è quella di prendere in mano la situazione prima che questa esperienza collassi autonomamente, con prospettive che non possiamo (o non vogliamo) immaginare.
È nostro il compito di rifiutare questi modelli che ormai ci stanno stretti e non rappresentano più quello che una popolazione dotata di ragione si merita e si aspetta.

6) Il 10 Dicembre a Torino, in Piazza castello state organizzando un evento che speriamo sarà in grado di competere con quelli fino ad oggi da voi organizzati.
Noi ci saremo per sostenere la buona politica.
Hai un messaggio per i torinesi che devono ancora decidere se unirsi o meno alla vostra iniziativa?

•Il messaggio che voglio mandare è una richiesta di aiuto, e anche urgente.
Se anche tu sei stufo del clima di odio che la destra radicale sta diffondendo nel nostro Paese e ti riconosci in parole come libertà, uguaglianza, democrazia; forse non lo sai ancora, ma sei una Sardina, proprio come noi!
Ti aspettiamo, unisci la tua voce alla nostra.

7) Come siete organizzati strutturalmente? La leadership e le risorse operative come vengono scelte?

•Il gruppo è nato un lunedì mattina mentre il fotografo torinese Paolo Ranzani si stava recando a Milano in treno, dopo i fatti di Bologna ha pensato ci fosse bisogno di aprire alle Sardine le porte di Torino e ha creato il gruppo.
Contemporaneamente, sul suo profilo, ha chiesto chi volesse unirsi per coordinare la sardine torino.
Da quel che ne so, in poche ore sono arrivate centinaia di adesioni.
Il passa parola ha fatto si che arrivassimo a 16 tra amministratori e moderatori, molti di noi non si conoscevano, è stato davvero interessante scambiarsi esperienze e visioni con sconosciuti fino al giorno prima.
Non c’è una vera leadership, malgrado Ranzani sia la Sardina 01 c’è ampio spazio per tutti per poter dire la propria, nelle riunioni si percepisce la bellezza dell’incontro tra junior e senior, ci contaminiamo ognuno con le proprie esperienze e proposte, tutti vengono ascoltati.
Abbiamo fatto cassa comune per alcune spese da sostenere per il 10 e quando manca una competenza chiediamo ai 70 mila del gruppo e non mancano mai gli aiuti, qualsiasi cosa viene risolta ed organizzata al meglio.
Ora ci stiamo concentrando sulla imminente conferenza stampa e sull’evento del 10.
Poi, sempre insieme, capiremo le direzioni da prendere.

Christian Longatti

Un pensiero riguardo “INTERVISTA ALLA “SARDINA” SARA DIENA

  • 3 Dicembre 2019 in 12:44 pm
    Permalink

    Al di lá dei risultati pratici che non so immaginare, è grande il conforto nel constatare (in realtà non dubitavo) quante siano le persone desiderose di affermare il dissenso dal clima di odio creato da questa destra estrema. Preoccupano i venti milioni di sottoculturati presenti purtroppo in Italia, ma forza andiamo avanti così!

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